Una ricerca di JobPricing dimostra che gli italiani nella pi๠parte dei casi sono insoddisfatti del loro stipendio cui attribuiscono un voto medio inferiore a 4 decimi. Una valutazione che cresce nel caso il contratto di lavoro preveda incentivi di lungo periodo. Ci sono poi i manager, gli unici ad essere soddisfatti davvero.Â
Anche se l’attenzione dovrebbe essere posta su tutti quelli che si dichiarano insoddisfatti cercando di analizzare il tipo di mestiere che fanno, l’anagrafica e il genere sessuale per capire se ci sono anche sacche di discriminazione, in Italia esistono persone che ritengono di guadagnare il giusto, tanto o comunque abbastanza per mantenere il loro tenore di vita. In genere si tratta di manager delle aziende medio grandi del Nord che lavorano nel settore industriale o finanziario.
La maggior parte degli intervistati da Job Pricing perà², quelli cui èstato chiesto di valutare il proprio stipendio su una scala da 0 a 10, nella pi๠parte dei casi attribuiscono un voto di 3,8 alla busta paga. Un voto che sale di due punti quando il contratto prevede incentivi di lungo periodo.
La parola importante in questo rapporto à¨:
Merito. Parola onnipresente, la ‘meritocrazia’ scompare dalle buste paga: solo il 7,8% dei lavoratori ritiene che sia presente in azienda, mentre il 32% pensa che non sia per nulla applicata. Nel complesso, il voto è3,8. A giocare a favore di una distribuzione meritocratica degli stipendi c’èla presenza di un sistema di incentivazione formalizzato e su base individuale. Si abbassa la percezione, invece, laddove ci sia un sistema di contrattazione aziendale.