Si tratta delle scelte di internazionalizzazione cui il nostro sistema fieristico sta guardando con un certo ritardo rispetto ai Paesi a noi pi๠direttamente concorrenti, come la Francia o la Spagna.
In effetti, in questi Stati si tengono pochi eventi fieristici in alcune date fondamentali dell’anno, e per di pi๠concentrate sui settori d’eccellenza delle rispettive produzioni nazionali.
L’Italia, invece, conta su una miriade di eventi di ogni dimensione e in ogni ramo del sistema produttivo, spesso sovrapposti fra loro come date. Questo fa sଠche ogni singola fiera italiana sia mediamente molto meno attraente di un’analoga manifestazione francese o spagnola, con conseguente ridotto afflusso di potenziali partner dall’estero.
L’ICE si sta impegnando direttamente in questo problema, da un lato cercando di incentivare una riduzione della frammentazione del nostro sistema fieristico, e dall’altro contattando e invitando in prima persona giornalisti e industriali stranieri perchè possano toccare con mano le eccellenze del made in Italy.
Ma c’ l’altro lato dell’internazionalizzazione da curare con grande attenzione: far direttamente partecipare le principali fiere italiane all’interno di manifestazioni estere. I primi esperimenti in questo senso stanno offrendo dei risultati interessanti da coltivare: la rappresentanza del Salone del Mobile di Milano, ad esempio, si appresta su questa falsariga a sbarcare a Mosca e New York nel corso del 2009.