Inoltre, il discount ha sempre offerto tradizionalmente i prodotti di fabbriche sconosciute ai pià¹, rifuggendo i marchi pi๠noti, con la possibilità di ribassare ulteriormente i prezzi di vendita.
Anche la localizzazione incide: i discount hanno sempre trovato preferibilmente spazio nelle periferie disagiate delle città .
In piena crisi dei consumi, i discount, già forti sul mercato, sono stati ulteriormente avvantaggiati. Si calcola che nel 2008 ne abbiano aperto 392 (il doppio che nel 2007), portando il numero totale a 4.071.
Tuttavia, proprio in questi ultimi anni di loro consolidamento sul mercato, èstato possibile notare una loro evoluzione, che li ha portati ad aggredire i distributori tradizionali anche in ambiti meno sospettabili.
Ai tradizionali hard-discount, infatti, si sono affiancati anche i cosiddetti soft-discount, che hanno iniziato a commerciare anche prodotti delle marche principali, magari in confezioni diverse per dimensioni e peso, e persino servizi innovativi.
Alcuni soft-discount, infatti, hanno stipulato convenzioni con società di assicurazioni e agenzie di viaggi, per assicurare ai loro clienti tali servizi in condizioni “low-costâ€. E le nuove strutture si trovano nel centro città , non pi๠ai confini della campagna.
Ma anche sul lato dei prezzi si sono notate delle novità : statistiche aggiornate assicurano che il risparmio medio rispetto al supermercato èintorno al 10-15%, dunque minore di quanto normalmente percepito, e per alcune marche commercializzate da ambo le parti addirittura il discount risulta pi๠costoso.
Per i consumatori in cerca di risparmio, dunque, diventa imperativo confrontare non i valori assoluti delle merci bensଠi prezzi al chilo o al litro.