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Macchine utensili, crollo del mercato interno

Il 30 giugno scorso l’agevolazione fiscale nota come Tremonti-ter, che favoriva con una notevole detassazione degli investimenti in un ampio novero di macchinari e di impianti, ha cessato i propri effetti.
Le conseguenze, dal punto di vista del mercato delle macchine utensili, sono di proporzioni enormi: si stima, infatti, che nel III trimestre 2010 le cessioni verso clienti italiani siano crollate del 22,6% rispetto al medesimo periodo (da luglio a settembre) del 2009.


In realtà  nel suo complesso il comparto non soffre in misura eccessiva, anzi tutt’altro: sono infatti le esportazioni a costituire lo sbocco principale dei nostri produttori. Oltre il 60% del fatturato, infatti, dipende dalle cessioni verso clienti esteri, con la Cina ad occupare saldamente il primo posto.
Le esportazioni, anzi, da un anno all’altro sono cresciute addirittura del 56,8%, cosicchè il saldo complessivo del settore risulta ampiamente positivo (+24,9%).
Tuttavia, le difficoltà  a cedere i propri manufatti sul mercato interno desta non poche preoccupazioni: èun indice notevole di scarsa competitività  del sistema italiano. Le nostre industrie di trasformazione, infatti, usano in buona parte macchinari tutt’altro che moderni, e chiaramente qualità  e quantità  delle produzioni ne risentono fin troppo.
Non èun problema nuovo, ma èvidente che anno dopo anno i nostri pi๠diretti concorrenti rosicchiano terreno competitivo nei confronti dell’imprenditoria italiana.


I rappresentanti del settore suggeriscono due leve, entrambe di natura fiscale, per rivitalizzare il settore: una nuova detassazione degli investimenti con caratteristiche simili alla Tremonti-ter e, soprattutto, la cancellazione di tutti i vincoli agli ammortamenti dei beni strumentali, lasciando che le aziende ammortizzino ogni anno quanto desiderano dei propri investimenti, fino eventualmente ad esaurire il 100% del costo già  nell’anno di acquisto.

Fonte: Il Sole 24 Ore