La notizia arriva dall’IPI, un ente di ricerca emanazione del Ministero dello Sviluppo Economico. Suddividendo il settore secondario in tanti segmenti quanti sono i prodotti immessi sul mercato, infatti, alcuni ambiti di nicchia vedono crescere in misura molto significativa la loro quota di mercato.
L’analisi ècalcolata su base annua, confrontando i dati registrati nel mese di marzo 2009 col marzo 2008.
I settori trainanti della nostra industria appartengono ad ambiti piuttosto rigidi, come l’alimentare, che dunque non soffrono eccessivamente della crisi del potere d’acquisto delle famiglie: èvidente che i soldi per comprare da mangiare si trovano sempre, sacrificando qualsiasi altro acquisto.
Altri segmenti, invece, si trovavano un anno fa in fase di boom e dunque la crisi li ha rallentati anche in maniera importante ma senza azzerare del tutto la crescita.
Al primo posto troviamo la sezione dell’industria alimentare dedicata agli oli vegetali e animali, che nell’ultimo anno ècresciuta di fatturato del 19,4%, seguita col 17,3% dalla panificazione. In quest’ultimo ambito, in particolare, pare che le vendite del pane stiano scendendo anno dopo anno, ma questo ècompensato dalla continua crescita di pizze e merendine.
Al terzo posto, un segmento inaspettato: quello degli esplosivi (+15,4%). Non certo per finalità belliche bensଠper gli utilizzi nelle cave e nei cantieri. Da notare la forte controtendenza: a livello europeo, infatti, il settore degli esplosivi èmediamente precipitato di quasi il 33%.
Alle posizioni successive della graduatoria seguono poi l’industria della carne, i prodotti da forno e i medicinali.