In Italia il numero di pensionati che continuano a lavorare anche dopo la pensione sono tantissimi soprattutto quando i redditi che producono sono pi๠alti. Ecco i dati della ricerca che svelano un Paese completamente diverso da quello che immaginiamo.Â
Quanti sono e chi sono i pensionati in Italia che anche dopo essersi congedati dal lavoro, continuano a guadagnare qualcosa parallelamente alla percezione dell’assegno pensionistico? A questa domanda ha provato a rispondere Fabrizio Patriarca, un ricercatore dell’università La Sapienza di Roma che ha indagato su un fenomeno che, in Italia, appare molto diffuso.
La prima conclusione che èstata tirata èche il numero dei lavoratori anziani, quelli con un’età compresa tra 55 e 64 anni, sono aumentati per via della crisi economica. In pratica i lavoratori con un impiego, di fronte alla difficoltà dei giovani (figli e nipoti) di trovare lavoro, hanno preferito restare sul posto di lavoro.
Altri, in età da pensione, hanno prima richiesto di accedere all’assegno pensionistico e poi hanno scelto ancora di continuare a  lavorare. I dati sul fenomeno sono stati diffusi dall’ISTAT che ha analizzato la situazione italiana tra il 2007 e il 2012 dimostrando che i pensionati oltre i 60 anni che lavorano sono aumentati di 556.000 unità raggiungendo quota 1.976.810 (quasi 2 milioni su 16,1 milioni di pensionati contati dall’INPS.
Nella maggior parte dei casi si tratta di lavoratori che hanno superato i 60 anni (315.000 unità ) o di età compresa tra 60 e 64 anni (241.000 unità ). Il che vuol dire che 1 pensionato su 3 nel 2012 pur avendo tra i 60 e i 64 anni, ha scelto di restare nel mondo del lavoro. Ma le persone che hanno deciso di restare a lavoro ne avevano davvero bisogno? In realtà no, visto che c’èuna proporzionalità diretta tra l’aumento del reddito e l’aumento delle scelte di restare a lavoro.