Si nota, come curioso dato della stagione, una complessiva crescita della produzione vitivinicola nelle Regioni occidentali del nostro Paese (il Piemonte, la Campania…), mentre un significativo crollo si registra invece nelle Regioni orientali (l’Abruzzo, la Puglia…), con la dorsale appenninica a segnare il discrimine.
La produzione vinicola complessiva èstimata intorno ai 46,3 milioni di ettolitri, che costituisce all’incirca il medesimo dato del 2008.
E’ da notare che in questi mesi, a dispetto della crisi, ècresciuta la domanda di vino dai mercati esteri, Stati Uniti in testa, a fronte di una riduzione delle esportazioni italiane; i nostri venditori sono stati forse colti di sorpresa, e questo ha favorito i produttori stranieri che non si sono lasciati cogliere alla sprovvista: sia i nostri pi๠tradizionali concorrenti, i francesi, che un nuovo avversario, l’Australia, le cui esportazioni di vino sono esplose negli ultimi anni.
Passando dal vino all’uva, il dato pi๠significativo èun generale crollo dei prezzi sul mercato. Difficile fare un discorso complessivo dato che si ha una grande variazione dei dati da una qualità all’altra, ma non si puಠnon notare che per alcune tipologie minori i prezzi sono precipitati anche del 50%, e che la media complessiva registra un calo del 10%.
I produttori del settore lamentano come principale difetto del loro ambito la sostanziale mancanza di capacità di “fare squadra†per tutelare il prodotto italiano: sono ben pi๠diffuse le iniziative a carattere regionale o locale, che, oltre ad avere portata molto modesta, creano spaccature interne al nostro mercato anzichè consentire un fronte comune contro i concorrenti stranieri.