Gli internet point propriamente detti sono i negozi in cui al cliente èofferto come servizio principale la navigazione nella rete delle reti, e come servizi secondari, normalmente, l’attività di fotocopiatura o la cessione di cancelleria.
Si distinguono dai meno diffusi cyber-cafà¨, in cui al cliente èprincipalmente offerto un servizio di ristorazione, accompagnato dalla possibilità (solitamente gratuita) di utilizzare un computer.
Sennonchè, entrambi i soggetti da alcuni anni sono destinatari di norme severe legate alla lotta contro la criminalità e il terrorismo. I gestori, in particolare, sono tenuti a registrare e conservare per almeno un anno alcuni dati su ciascun utente: innanzitutto, nome e cognome e orari di fruizione del servizio; inoltre, occorre tenere memoria dei siti visitati.
Queste norme, introdotte a livello temporaneo nel 2005, sono state in seguito oggetto di continue proroghe (attualmente èprevisto il loro mantenimento fino al 31 dicembre 2009).
Molte associazioni dei consumatori le considerano gravemente lesive dei diritti di privacy dei cittadini, già molto a rischio in proprio nel momento in cui si decide di accedere alla rete da una postazione pubblica (basti pensare a quante persone lasciano sbadatamente memorizzata la propria password della casella di posta elettronica).
Si calcola che oggi in Italia siano circa 1.600 i gestori di postazioni internet. In media, un’ora di navigazione costa 3,30 euro secondo l’associazione dei consumatori Adoc.
La città pi๠economica pare essere Catania: mediamente due euro all’ora per navigare, una bazzecola rispetto ai 7,90 euro da sborsare a Venezia.