Le stime pi๠recenti parlano, per i dodici mesi ormai in conclusione, di una riduzione complessiva degli investimenti pubblicitari del 12,5%: una cifra altissima, che ha messo ancor pi๠in crisi quei media che di pubblicità sopravvivono, come i quotidiani e le riviste.
Anche la televisione ha sofferto, sia pure in misura minore, di un calo degli investimenti, mentre diverso èil discorso del web.
Nel caso della pubblicità su Internet, infatti, èpi๠corretto parlare di rallentamento della crescita, che era stata impetuosa negli anni passati e che nel 2009 èandata avanti, invece, in maniera pi๠placida (intorno al +6%).
In verità , non èsolo la crisi di questi mesi ad incidere sui fenomeni descritti: si tratta, anche, dell’inevitabile passaggio storico che vede la carta stampata cedere terreno rispetto ai nuovi media, con tutti i risvolti anche in termini di selezione da parte delle imprese dei canali di comunicazione su cui investire maggiormente.
Anche le previsioni sul 2010, d’altronde, confermano quanto esposto. Se, come tendenza generale, dovremmo individuare una ripresa degli investimenti pubblicitari, sia pur modesta (l’istituto Pricewaterhousecoopers Italia prevede una risalita da 30,7 miliardi di fatturato complessivo del settore nel 2009 a 31 miliardi per il 2010), tale ripresa non sarà omogenea: ad una crescita decisa per il web (+11%) e risicata per la televisione (+1%), faranno da contrappeso una riduzione degli investimenti pubblicitari su giornali (-5%), riviste (-9%) e radio (-10%).