àˆ tutto merito degli incentivi e non delle capacità imprenditoriali degli italiani o del tanto promosso Jobs Act. Le riforme del mercato hanno certamente dato una spinta alle assunzioni a tempo indeterminato ma sono poi i benefici fiscali ad aver fatto veramente la parte dei giganti.Â
Lo studio realizzato da Bankitalia, èstato visionato anche da Repubblica che ha provato a fare il punto su un documento che mira ad aprire un dibattito importante sulle riforme. Il Jobs Act ha certamente avuto un impatto importante sul mercato del lavoro e il contratto a tutele crescenti sarà certamente un pilastro su cui appoggiare le altre riforme dei prossimi anni. Purtroppo perà², bisogna dire ancora una volta grazie agli incentivi fiscali alle assunzioni. Secondo Elena Viviano e Paolo Sestito che hanno curato il documento, circa il 45% delle nuove assunzioni a tempo indeterminato degli ultimi anni sono dovute ad una di queste due proposte.
“Le due politiche hanno avuto successo sia nel ridurre il dualismo del mercato sia nello stimolare la domanda di lavoro, anche durante una recessione caratterizzata da un’altissima incertezza macroeconomica”, scrivono gli autori.
Attenzione perಠalla manipolazione eccessiva dei dati perchè, come avvertono gli stessi autori e come riporta anche Repubblica, ci sono delle limitazioni
Lo studio ha delle limitazioni: gli autori dicono di non poter fornire una valutazione complessiva delle nuove regole sui licenziamenti, nè di riuscire a stimare quale potrebbe essere l’impatto di un’eventuale rimozione degli incentivi statali. Essi sottolineano inoltre che l’aumento delle assunzioni nei primi mesi del 2015 potrebbe essere stato determinato dall’attesa per le nuove misure già a partire dal 2014.