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Supermercati in crisi di vendite

L’ISTAT ha registrato un sorprendente calo delle vendite (peraltro modesto) nei supermercati italiani nel trimestre intercorrente fra il novembre 2009 e il gennaio 2010.

La sorpresa deriva dal fatto che in altri ambiti la ripresa ègià  cominciata, ed era naturale pensare che proprio la spesa di tutti i giorni dei nostri concittadini sarebbe stato il primo comparto a beneficiarne.


L’Istituto Nazionale di Statistica spiega invece che non sono tutte rose e fiori. Nel trimestre considerato, infatti, èstato rilevato un calo dei consumi dello 0,2%, pari alla media fra il -0,4% del comparto alimentare e la variazione nulla propria del comparto non alimentare.

Pi๠rilevante, anche se statisticamente poco significativo (poichè fa riferimento ad un periodo straordinario), èla differenza negativa fra le vendite dell’ultimo gennaio e quelle del gennaio 2009: -2,6%, tanto negli esercizi di maggiori dimensioni quanto nei negozi di vicinato, con le performance peggiori registrate dai negozi “generici”, non focalizzati su settori specifici. Le vendite con maggiori variazioni negative sono state quelle relative ai settori dell’elettronica e della telefonia; al lato opposto, giocattoli e articoli sportivi.


Dall’analisi dell’ISTAT emerge anche un altro dato da notare: nel gennaio 2010 gli esercizi della grande distribuzione commerciale sparsi sul territorio italiano sono rimasti aperti mediamente per 26,2 giorni (di pi๠nei grandi centri commerciali, di meno nei minimarket cittadini), pari a -0,2 giorni rispetto al gennaio 2009.

In altre parole, i nostri supermercati hanno scelto di restare aperti mediamente di meno, forse per risparmiare sui costi del personale, dell’elettricità  ecc. a fronte del non esaltante andamento delle vendite.