La sorpresa deriva dal fatto che in altri ambiti la ripresa ègià cominciata, ed era naturale pensare che proprio la spesa di tutti i giorni dei nostri concittadini sarebbe stato il primo comparto a beneficiarne.
L’Istituto Nazionale di Statistica spiega invece che non sono tutte rose e fiori. Nel trimestre considerato, infatti, èstato rilevato un calo dei consumi dello 0,2%, pari alla media fra il -0,4% del comparto alimentare e la variazione nulla propria del comparto non alimentare.
Pi๠rilevante, anche se statisticamente poco significativo (poichè fa riferimento ad un periodo straordinario), èla differenza negativa fra le vendite dell’ultimo gennaio e quelle del gennaio 2009: -2,6%, tanto negli esercizi di maggiori dimensioni quanto nei negozi di vicinato, con le performance peggiori registrate dai negozi “genericiâ€, non focalizzati su settori specifici. Le vendite con maggiori variazioni negative sono state quelle relative ai settori dell’elettronica e della telefonia; al lato opposto, giocattoli e articoli sportivi.
Dall’analisi dell’ISTAT emerge anche un altro dato da notare: nel gennaio 2010 gli esercizi della grande distribuzione commerciale sparsi sul territorio italiano sono rimasti aperti mediamente per 26,2 giorni (di pi๠nei grandi centri commerciali, di meno nei minimarket cittadini), pari a -0,2 giorni rispetto al gennaio 2009.
In altre parole, i nostri supermercati hanno scelto di restare aperti mediamente di meno, forse per risparmiare sui costi del personale, dell’elettricità ecc. a fronte del non esaltante andamento delle vendite.