Sembra proprio che la crisi non abbia risparmiato nemmeno questo settore: in media, infatti, ogni italiano ha speso circa 29 euro al mese nel corso del secondo trimestre 2010; dodici mesi prima la media era superiore del 10% (32,5 euro).
Pi๠correttamente, la media del periodo aprile-giugno èa sua volta una media ponderata fra i 26,5 euro dei telefonini tradizionali e i 36 euro dei rampanti smartphone. Questi ultimi sono oggi posseduti da circa il 30% dei nostri concittadini, e si stima che entro due anni il loro numero avrà superato quello degli strumenti pi๠tradizionali.
Si noti come solo il 4% dei possessori di una linea ha speso mediamente pi๠di cento euro al mese nel trimestre considerato, contro il 6% di dodici mesi prima. Quanto al costo dei telefonini, la media èdi 143 euro: 99 per i tradizionali e 219 per gli smartphone.
L’attenzione agli smartphone èriservata alle molte funzioni che essi consentono, rispetto alle due pi๠tradizionali e comunque pi๠diffuse (telefonate e SMS): le applicazioni opzionali pi๠adottate sono i giochi, gli mms e l’accesso ad Internet. Scarso successo hanno invece le videochiamate, impiegate da solo il 4% della popolazione.
Gli smartphone, tuttavia, acquisiscono anche svariate critiche; in particolare, si contesta che le ridotte dimensioni rendano scomoda sia la lettura delle pagine web che la digitazione dei caratteri.
Per quanto riguarda le modalità di pagamento, si osserva come le ricariche acquistano sempre maggiore spazio a discapito degli abbonamenti: probabilmente, in tempi di crisi, le prime vengono individuate come un sistema migliore per tenere sotto controllo la spesa.
Infine, un ultimo dato: gli italiani cui èintestata almeno una linea sono 50,4 milioni.
Fonte: Il Sole 24 Ore