àˆ forse per questo motivo che gli agricoltori denunciano di essere stati lasciati soli dalle istituzioni in un periodo di grandi difficoltà . In verità , la grande crisi internazionale colpisce il settore primario solo in misura indiretta, sotto forma di incremento dei costi e di riduzione dei prezzi di vendita.
Ma gli effetti sono comunque pesanti: secondo i dati diffusi dalla CIA (Confederazione Italiana Agricoltori) nel corso del 2008 i costi di produzione sono cresciuti mediamente del 9%, con punte record per i concimi (+43,3%), ma anche la crescita degli oneri di natura socio-previdenziale non scherza (+26,8% nell’ultimo biennio).
Dal lato opposto, sovrapproduzione e crisi dei consumi spingono al ribasso i prezzi delle cessioni a grossisti e industrie di trasformazione: la media del calo si attesta al 7,2%, con punte del 50% nel settore dei cereali.
La CIA lamenta di aver segnalato la situazione alle autorità statali già da molti mesi, avendo ricevuto in cambio molte promesse ma finora poca sostanza. Viene anzi puntato l’indice contro gli incentivi in altri settori (automobili, arredamento….) che suonano come una beffa verso il settore agricolo, sempre pi๠abbandonato a se stesso.
Fra le prime richieste dal mondo dei campi: il rifinanziamento dell’ormai esangue fondo di solidarietà nazionale per le calamità naturali, sgravi contributivi a favore degli imprenditori operanti nelle aree montane, concessione di crediti d’imposta.
Nel frattempo, si stima che nel 2008 circa ventimila aziende agricole abbiano chiuso i battenti in Italia.