Circa 19 miliardi di euro all’anno vengono destinati dagli italiani ad attività illegali: questo èquanto emerge dall’Ufficio studi della Cgia secondo cui 14,3 miliardi vengono destinati per l’uso di sostanze stupefacenti, 4 miliardi per i servizi di prostituzione, 600 milioni di euro per il contrabbando di sigarette.
Insomma, l’economica legata alle attività illegali non conosce veramente crisi di nessun genere tanto che rispetto ai dati raccolti nel 2015 si registra un aumento delle spese destinati alle attività illegali: nel corso degli ultimi 4 anni la spesa èaumentata di 4 punti percentuali.
Lungi dall’esprimere alcun giudizio etico ਠcomunque deplorevole che gli italiani spendano per beni e servizi illegali pi๠di un punto di Pil all’anno. L’ingente giro d’affari che questa economia produce, costringe tutta la comunità a farsi carico di un costo sociale altrettanto elevato. Senza contare che il degrado urbano, l’insicurezza, il disagio sociale e i problemi di ordine pubblico provocati da queste attività hanno effetti molto negativi sulla qualità della vita dei cittadini e degli operatori economici che vivono e operano nelle zone interessate dalla presenza di queste manifestazioni criminali.Â
Spiega il coordinatore dell’Ufficio Studi della Cgia Paolo Zabeo.Â
Secondo i dati, le maggiori segnalazioni arrivano dalla Lombardia (253,5), la Liguria (185,3), la Campania (167), mentre a livello provinciale le zone pi๠pericolose sono quelle di Como, Varese, Imperia e Verbano-Cusio-Ossola, Rimini, Milano, Napoli e Prat cui seguono le province di Treviso, Vicenza, Verona, Bergamo, Brescia, Novara, Genova, Parma, Firenze, Macerata, Roma, Caserta e Crotone.
Tra le attività illegali l’Istat include solo le transazioni illecite in cui c’ un accordo volontario tra le parti, come il traffico di droga, la prostituzione e il contrabbando di sigarette e non, ad esempio, i proventi da furti, rapine, estorsioni, usura, etc. Una metodologia, quest’ultima, molto discutibile che èstata suggerita dall’agenzia statistica della Comunità europea che, infatti, ha scatenato durissime contestazioni da parte di molti economisti che, giustamente, ritengono sia stato inopportuno aumentare il reddito nazionale attraverso l’inclusione del giro di affari delle organizzazioni criminali.
Sottolinea invece il segretario della Cgia Renato Mason commentando i dati emersi.
NEL PIL EUROPEO ANCHE DROGA E PROSTITUZIONE
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