Il risultato, in effetti, nel biennio successivo èstato in buona parte raggiunto, con una riduzione verticale delle procedure aperte. L’avvento della crisi, perà², ha profondamente mutato il clima, con un ritorno vertiginoso della crescita delle procedure concorsuali, e si presume che il 2010 sarà anche peggio.
L’istituto Cerved ha calcolato che nel terzo trimestre del 2009 i fallimenti avviati sono stati 1.735, pari al 40% in pi๠dell’omologo periodo del 2008; considerando l’arco dei primi nove mesi, il numero totale (6.309) supera del 27% l’analogo dato dell’anno passato.
E ancora pi๠significativi sono i dati sui concordati preventivi: da gennaio a settembre del 2009 ne sono stati avviati 664, pari addirittura al 76% in pi๠rispetto a quelli iniziati nei primi nove mesi dell’anno scorso.
Va perಠsottolineato come lo strumento del concordato preventivo, il cui accesso èoggi facilitato e incentivato, rischia di subire pesanti distorsioni. Pi๠che una strada per evitare il fallimento e rilanciare l’azienda con i dovuti cambi di rotta e ristrutturazioni, oggi appare soprattutto una soluzione-tampone per congelare le azioni dei creditori: d’altronde, solo un’impresa su sei ammessa alla procedura concordataria ritorna successivamente ad una situazione di ordinaria stabilità .
Le Regioni pi๠interessate dai fenomeni concorsuali sono naturalmente quelle con il maggior numero di imprese, a partire dalla Lombardia; in particolare, nella provincia di Brescia i fallimenti sono cresciuti del 93%. I settori pi๠drammaticamente colpiti sono il tessile e il meccanico dove moltissimi dipendenti in cassa integrazione sono stati costretti a vendere oro vecchio per riuscire a fare la spesa o a pagare il mutuo.