Ammonta a ben 47,5 miliardi di euro il gettito che arriva dalle diverse imposte sul patrimonio: questo i dati emersi dall’indagine condotta dall’ufficio studi della Cgia di Mestre.Â
Il valore di riferimento èattestato al 2,7% del Pil, il doppio di quanto versato nel 1990 quando la percentuale era invece ferma all’1,3%.
Insomma inutile pensare alla necessità di introdurre una patrimoniale per poter mettere in regola i conti dell’Europa: di fatto una patrimoniale sui contribuenti già esiste e si tratta di un valore considerevole.Â
La Cgia di Mestre mette in evidenza che le entrate maggiori arrivano dalle imposte sugli immobili: la Tasi sulla prima casa èstata abolita dal governo Renzi, la resta per le abitazioni di lusso, per le seconde e le terze case. Con le imposte sugli immobili, lo stato incassa 21,7 miliardi di euro anche le entrate maggiori sono state registrate nel 2012 quando con l’introduzione dell’Imu prima casa il gettito èarrivato a 44,6 miliardi di euro.Â
Segue il bollo auto che viene riscosso dalle Regioni e che porta nelle casse pubbliche ben 6,7 miliardi di euro. Seguono poi le marche da bollo associate alle fatture e le marche sui correnti ad esempio che assicurano un’entrata pari a 6,3 miliardi.
Sono già una quindicina le imposte patrimoniali che gli italiani sono costretti a pagare ogni anno. Rispetto al 1990, il gettito riconducibile alle imposte di possesso sui nostri beni mobili, immobili  e sugli investimenti finanziari in termini nominali èaumentato del 400 per cento, mentre l’inflazione ècresciuta del 90 per cento. In buona sostanza, in oltre 25 anni abbiamo subito una vera e propria stangata.Â
Spiega il coordinatore dell’ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo.Â
RIVOLUZIONE DEL BOLLO AUTO, DIVENTA A CONSUMO?
PHOTO CREDITS | THINSKTOCK