Draghi conferma, come altri autorevoli esponenti dell’economia e della politica nazionale, che la fase pi๠acuta della crisi èormai alle nostre spalle, essendo coincisa con i primi mesi del 2009. Tuttavia, avverte il Governatore, l’emergenza non ècessata, perchè si potrà trarre questa conclusione solo quando si sarà ritornati ai valori di PIL dell’estate 2008.
Draghi segnala che negli anni passati sono state portate avanti alcune importanti riforme nella pubblica istruzione e nel mercato del lavoro, perciಠil nostro Paese dispone già di alcuni strumenti utili per ripartire a pieno ritmo; tuttavia, la strada èlunga e altre riforme sarebbero preziose.
Il Governatore ha anche posto l’accento sulle previsioni di futura crescita della manodopera straniera, di vitale importanza per le nostre imprese, ma ha anche richiamato la necessità di politiche di forte integrazione sociale che oggi sono piuttosto carenti.
Draghi ha anche bacchettato il comportamento delle banche italiane, che hanno spesso preferito chiudersi a riccio piuttosto che aiutare le imprese nel pianificare il rilancio, e ha proseguito invocando la diffusione della meritocrazia e dell’uguaglianza delle opportunità in tutti i comparti pubblici e privati.
Bocciata, infine, l’idea di ritornare alle gabbie salariali, Draghi ha perಠmostrato disponibilità su un maggiore decentramento della contrattazione collettiva.