D’altronde, le commissioni parlamentari stanno esaminando in questi mesi diverse proposte di modifica alla sua disciplina.
Sono effettivamente diversi i limiti individuati cui occorrerebbe porre un rimedio. Innanzitutto, si nota come i poteri del Garante siano evidentemente zoppi: egli puಠfare indagini, chiedere chiarimenti e accedere ad uffici, ma qualora emergano delle magagne, egli non puಠandare oltre al presentare raccomandazioni e a scrivere rapporti.
Una possibilità che tuttavia non potrebbe essere ampliata oltre un certo tanto, come pure alcuni chiederebbero, poichè questo significherebbe attribuire al Garante il potere di sospendere l’efficacia degli atti o imporne d’ufficio, un potere che già l’ordinamento attribuisce alle commissioni tributarie.
Un altro problema, legato all’esistenza di ventuno diverse authorities sparse sul territorio nazionale, èla mancanza di coordinamento, che fa sଠche di fronte a problemi analoghi si diano nei vari lembi d’Italia delle risposte differenti. A questo proposito, si propone di istituire un Consiglio Nazionale dei garanti, con lo scopo di uniformare prassi e procedure.
Non manca, poi, il problema della scarsa visibilità del Garante, un organo di cui la gran parte dei contribuenti ignora l’esistenza, sebbene anno dopo anno le segnalazioni inviate aumentino progressivamente di numero.
Dal 2000 sono state avviate ed esaminate circa cinquantamila pratiche, di cui circa 12.500 nel corso del 2008. E’ da notare come, a seconda della Regione, varia la natura delle segnalazioni dei contribuenti.
In Campania, ad esempio, sono moltissime le proteste contro la tassa sui rifiuti, mentre in Veneto èmolto avvertito il ritardo nell’erogazione dei rimborsi d’imposta.