Uno studio della CGIA di Mestre ha evidenziato quali sono gli effetti economici dell’abolizione dello spazio di Shengen sull’economia tricolore. Ecco la premessa dello studio e gli elementi pi๠interessanti, tra cui l’indicazione del settore che sarebbe maggiormente penalizzato.Â
Nell’ipotesi che i Paesi dell’Ue decidessero di ripristinare i controlli ai confini per contrastare la pressione migratoria dei profughi provenienti dal sudest dell’Europa, per l’economia italiana si potrebbe verificare una ricaduta economica negativa fino a 10,3 miliardi di euro all’anno.
Il settore maggiormente colpito, ovviamente, sarebbe l’autotrasporto perchè i Tir vedrebbero allungarsi notevolmente i tempi di ingresso/uscita alle frontiere, con l’aumento consequenziale del prezzo delle merci importate/esportate.
A dirlo èuno studio redatto dall’associazione degli autotrasportatori belgi che ribadisce come ogni ora di lavoro costi mediamente 60 euro. Con un ritardo di solo 2 ore èstato stimato un aumento dei noli del 10% che ricadrà , nel medio e lungo periodo, sui costi e quindi sui prezzi dei prodotti e di conseguenza sul consumatore finale.
Spiega ancora l’introduzione dello studio della CGIA di Mestre:
In Europa il 75% del commercio intraeuropeo avviene su gomma e, secondo i dati di Alpinfo (anno 2013-ultimi disponibili), 3 sono 89 i milioni di tonnellate di merci che annualmente transitano su Tir lungo i principali valichi dell’arco alpino.
Nel dettaglio gli importi sono:
Monte Bianco….….8,3
Gottardo…………….9,3
Frejus………………..10,0
Tarvisio……………..15,2
Ventimiglia………..17,3
Brennero…………..29,0
Fonte: Alpinfo-Ufficio federale trasporti svizzeroL’eventuale sospensione dell’area Schengen avrebbe delle ricadute molto negative sull’autotrasporto che, assieme all’edilizia, èstato uno dei settori pi๠colpiti dalla crisi.
Non èun caso che il numero di attività di questo settore sia sceso di oltre 22 mila unità . Al 31 dicembre 2015 erano attive 86.590 imprese.