La Cina èsempre pi๠interessata ad investire in Europa. Lo èa partire dalla grande crisi finanziaria del 2008, quando le nuove modalità economiche hanno portato un abbassamento generale dei prezzi e una convenienza per tutti quei paesi che si trovavano allora in ascesa. La Cina èinfatti una potenza emergente, e oltre a rivolgersi alle materie prime e alle risorse naturali di paesi come l’Africa o l’America Latina, si èrivolta anche ai paesi di pi๠antica industrializzazione, come il Vecchio Continente.Â
A partire dal 2008, quindi, la Cina ha dato il via ad una lunga serie di acquisti e appalti in Europa. E se allora la quota di mercato era molto ridotta, e in tutta l’Unione ammontava appena a 6 miliardi di dollari, nel giro di pochi anni, già nel 2012, la quota degli investimenti era diventata quattro volte tanto, cioèpari a 27 miliardi di dollari.
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Secondo gli analisti della Deutsche Bank, inoltre, questa quota europea èdestinata a salire ulteriormente nei prossimi anni. La Cina applica inoltre un modello secondo cui gli investimenti si concentrano su un paese solo di anno in anno e il 2014 èstato senza dubbio l’anno dell’Italia.
>Â La crisi e la pressione fiscale frenano i consumi e gli investimenti
Dall’inizio del mese di gennaio, infatti, gli acquirenti cinesi hanno investito in Italia pi๠di 6 miliardi di euro e l’anno non èancora concluso. Altri paesi europei interessati da questo fenomeno sono la gran Bretagna e la Francia, rispettivamente con 18 miliardi di euro investiti e 7 miliardi di euro.