Le banche oggi sono costrette e confrontarsi con una proliferazione esagerata di prodotti per il risparmio. I nativi digitali che per molti sono la generazione dei trentenni, sono anche correntisti che mettono continuamente alla prova gli istituti di credito.Â
I nativi digitali hanno un rapporto molto particolare con la tecnologia e con i social. Per esempio sono consapevoli dei rischi per la privacy delle piattaforme di condivisione per cui difficilmente diranno di volere una banca che offre loro dei servizi direttamente sui social.
Di contro, non sono correntisti affezionati ad una banca, come lo si poteva essere per le banche tradizionali. Adesso c’èla necessità di avere sempre dei servizi adeguati, real time, che consentano di avere a disposizione i soldi e i servizi sempre, ovunque e a basso costo.
I nativi digitali, intervistati sui prodotti bancari, dicono di voler sempre pi๠spesso cambiare istituto di credito e sono convinti che presto cambieranno, entro i 6 mesi dall’intervista. Le banche devono allora superare questo particolare stress test ed essere non solo affidabili per la tutela dei dati – quello èil minimo – ma competitive con servizi innovativi.
Ben venga allora il prelievo senza carta che qualche istituto di credito sta sperimentando, o la possibilità di gestire il proprio portafoglio archiviando online gli scontrini delle spese. Un’operazione tra l’altro utile anche in vista della dichiarazione dei redditi.
Tutta la mobilità dei correntisti nativi digitali èstata raccontata nel World Retail Banking Report 2015 che ha calcolato l’indice della Customer Experience anche in italia dove c’èstata una leggera flessione ma dove si valuta positivamente il recupero della soddisfazione dei clienti.