L’Italia non èun paese smart come lo vorremmo per cui èdifficile uscire dalla crisi a meno che non si adotti un altro metodo di sopravvivenza che va oltre il risparmio cautelativo e dimostra propensione al rischio anche quando si parla di cittadini e non soltanto di imprenditori.Â
Il Censis che ha fotografato la nuova Italia e l’italian style, affronta l’argomento in tre step: “Oltre il cash cautelativo, zero rischi: dove andranno i soldi degli italiani“, “Il rimbalzo occupazionale selettivo dopo la lunga crisi” e “La piattaforma di ripartenza e trasformazione dell’Italia: la geografia dei vincenti ridisegnata dal driver dell’ibridazione“.
Il rimbalzo occupazionale selettivo dopo la lunga crisi.
Dall’entrata in vigore del Jobs Act, il mercato del lavoro ha visto rimbalzare l’occupazione di 204.000 unità . Siamo ancora lontani dal recuperare la situazione pre-crisi, dato che nel terzo trimestre dell’anno, rispetto allo stesso periodo del 2008, mancano all’appello 551.000 posti di lavoro. La disoccupazione si riduce all’11,9%: una cifra molto lontana perಠdal 6,7% del 2008. Per quanto riguarda i giovani (15-24 anni) si registra un crollo dell’occupazione, proseguito anche nel 2015, con un recupero ora di appena 9.000 unità rispetto al primo trimestre. Il loro tasso di disoccupazione èpraticamente raddoppiato in sei anni, con un picco del 42,7% nel 2014 e poi un calo di 1,4 punti tra il primo e il terzo trimestre di quest’anno. L’occupazione femminile, invece, ha guadagnato 64.000 posti di lavoro in sei anni e si registra ancora un incremento di 35.000 occupate tra il primo e il terzo trimestre del 2015. E se nel 2008 i lavoratori pi๠anziani (55-64 anni) erano poco meno di 2,5 milioni, nel 2014 erano diventati 3,5 milioni e continuano a crescere, con un aumento di 91.000 unità nei primi sei mesi dell’anno. Si consolida la presenza nel mercato del lavoro della componente straniera, che ha superato i 2,3 milioni di occupati, con un incremento di 604.000 unità tra il 2008 e il 2014 e di 77.000 nella prima metà dell’anno. Intanto, permangono criticità che rischiano di cronicizzarsi: i giovani che non studiano e non lavorano (i Neet) sono 2,2 milioni, la sottoccupazione riguarda 783.000 addetti, il part time involontario 2,7 milioni di occupati e la Cassa integrazione ha superato nel 2014 la soglia del miliardo di ore concesse, corrispondenti a circa 250.000 occupati equivalenti. E poi ci sono i workaholic loro malgrado: negli ultimi dodici mesi, 11,3 milioni di italiani hanno lavorato regolarmente o di tanto in tanto durante il weekend, 10,3 milioni oltre l’orario formale senza il pagamento degli straordinari, 7,3 milioni a distanza (da casa o in viaggio), 4,1 milioni hanno lavorato di notte, 4 milioni hanno fatto piccoli lavoretti saltuari.