L’Italia non èun paese smart come lo vorremmo per cui èdifficile uscire dalla crisi a meno che non si adotti un altro metodo di sopravvivenza che va oltre il risparmio cautelativo e dimostra propensione al rischio anche quando si parla di cittadini e non soltanto di imprenditori.Â
Il Censis che ha fotografato la nuova Italia e l’italian style, affronta l’argomento in tre step: “Oltre il cash cautelativo, zero rischi: dove andranno i soldi degli italiani“, “Il rimbalzo occupazionale selettivo dopo la lunga crisi” e “La piattaforma di ripartenza e trasformazione dell’Italia: la geografia dei vincenti ridisegnata dal driver dell’ibridazione”.
La piattaforma di ripartenza (e trasformazione) dell’Italia: la geografia dei vincenti ridisegnata dal driver dell’ibridazione.
Oggi il primo fattore di riposizionamento dei vincenti èil rapporto con la globalità , profondamente modificato dall’abbattimento delle barriere e dei costi di ingresso grazie al digitale. Chi negli anni delle ristrettezze interne ha vinto ogni pulsione protezionista o di pura trincea, ed èandato verso l’esterno assumendosene i rischi e accettando le sfide, adesso incassa il dividendo di tale scelta. Le esportazioni valgono il 29,6% del Pil. Nonostante il contraccolpo causato dalla crisi dei mercati emergenti, hanno continuato a crescere anche negli anni della crisi e nei primi nove mesi dell’anno segnano un +4,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Vincono i produttori di macchine e apparecchiature, con un surplus di 50,2 miliardi di euro nel 2014, e l’Italia oggi èleader nella produzione di macchinari per produrre altri macchinari. Vince l’agroalimentare, che nell’anno dell’Expo fa il boom di esportazioni (+6,2% nei primi otto mesi del 2015) e riconquista la leadership nel mercato mondiale del vino (con oltre 3 miliardi di export). Vincono i comparti consolidati dell’abbigliamento (+1,4% di export nei primi otto mesi dell’anno), della pelletteria (+4,5%), dei mobili (+6,3%), dei gioielli (+11,8%). E vince un settore trasversale per vocazione come quello creativo-culturale, con 43 miliardi di export. Ma a contare veramente non èun pur importante segno positivo negli indicatori congiunturali. Il vero «X factor» sta in una rinnovata ibridazione di settori e competenze tradizionali che produce un nuovo stile italiano: il risultato di questa ibridazione èuna trasformazione dei settori tradizionali. Il design e la moda ne sono l’archetipo (ibridazione di qualità , saper fare artigiano, estetica, brand). Oggi il successo della gastronomia italiana ha agganciato lo sviluppo della filiera agroalimentare, legandola anche al turismo, alle bellezze paesaggistiche e culturali del Paese, grazie anche al volano delle piattaforme digitali.