Il numero dei laureati in Italia continua a crescere, ma non al Sud dove si registra invece un calo consistente che contribuirebbe a far crescere il divario esistente fra le due metà del Paese.
Sono oltre 305mila i laureati dell’anno solare 2016 che fanno registrare un incremento di circa 3mila dottori rispetto all’anno precedente confermando che il sistema universitario sta diventando pi๠efficiente consentendo agli studenti di laurearsi per tempo.Â
Dalle università delle regioni meridionali èuscito invece un minor numero di laureati, pari a soli 1500 in appena 12 mesi, circa l’1,7% mentre al Nord la situazione non sembra essere diversa rispetto al solito con un incremento di poche unità , solo 218.
Le università migliori sembrano quindi collocarsi al Centro Italia anche grazie al boom delle università telematiche: di certo fra Toscana, Umbria e Marche si registrano quasi 4mila e 500 giovani possessori di diploma di laurea in pi๠rispetto al 2015, con un incremento del 6,2 per cento che si tramuterà in un numero di laureati 30/34enni pari al 31%. I dati resti noti dal ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca sono una buona notizia soprattutto in vista degli obiettivi fissati dalla Commissione europea per il 2020, uno dei quali èrelativo proprio al numero di possessori di diploma terziario nella fascia d’età tra i 30 e i 34 anni.
TASSE UNIVERSITARIE, CHE COS’àˆ LA NO TAX AREA
Uno standard che l’Italia non riesce proprio a mantenere con un bassissimo 26,2% che la pone al penultimo posto addirittura dopo la Turchia e solo prima della Romania. Spagna, Grecia e Francia viaggiano restano invece con un buon 40% e Germania si attesta al 33%. Le regioni scandinave, Svezia, Norvegia e Finlandia, restano decisamente inavvicinabili con tassi che si attestano intorno al 50%.Â
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