Nel 2001 l’indagine “ Mobility Mangaer Mattersâ€, svolta e pubblicata dalla società Princewaterhouse Coopers, dipingeva un Europa molto ottimista sul fronte degli scambi in ambito lavorativo tra i diversi stati membri. A cinque anni di distanza la stessa indagine èstata rifatta e pubblicata sempre dalla stessa società , ma il quadro che emerge non èquello che ci si aspettava dato l’ottimismo emerso nel 2001: le assunzioni provenienti da altri stati membri hanno a stento toccato il 5% del totale. Quali le cause?
I lavoratori sono titubanti sul trasferimento perchè preoccupati della perdita delle reti sociali e familiari, per la ricerca e la gestione di alloggio e assistenza sanitaria in un paese straniero e anche per la necessità di dover imparare una lingua diversa dalla propria. I pochi impavidi che fanno le valigie sono infatti coloro che aspirano a guadagni e condizioni di lavoro migliori di quelle del paese di provenienza.
I datori dal canto loro, nonostante abbiano notato un miglioramento della situazione nel corso di questi cinque anni, temono ancora problematiche legate ai differenti sistemi fiscali e a all’assenza di un armonizzato diritto al lavoro in tutti gli stati dell’Unione.
A tutto questo va infine aggiunto il vantaggio che il personale altamente qualificato riceve volando oltreoceano negli States rispetto ai paesi europei. Cosa deve fare e cosa sta facendo l’Unione per dare una svolta a questa situazione?
In primo luogo una maggiore informazione a datori e dipendenti sulla possibilità di assumere lavoratori stranieri o andare all’estero. Quello che perಠsi prevede cambi visibilmente la situazione èl’introduzione della “Blue cardâ€, una sorta di versione europea dell’americana “Green cardâ€.
Il progetto prenderà vita proprio nel corso del settembre 2007, almeno per quanto riguarda le classi di lavoratori “altamente qualificatiâ€. L’obiettivo èinfatti quello di fare in modo che i lavoratori altamente qualificati non vadano in America, Canada e Australia per evitare una serie di restrizione e controlli burocratici che invece avrebbero in uno dei Paesi Europei; la carta infatti sarà valida come permesso di soggiorno e di lavoro. Questo permetterà inoltre un maggior controllo circa le assunzioni di immigrati illegali, ma anche una maggior libertà di spostamento all’interno degli stati membri, il che sopperirà ( almeno in parte ) al problema della lontananza da famiglia e amici.
Nel settembre 2007 la carta e le conseguenti agevolazioni saranno volte ai soli lavoratori altamente qualificati, ma nel corso del 2008 a coloro che hanno un livello di istruzione medio basso, stagisti remunerati e stagionali, per proseguire poi nel 2009 con i lavoratori distaccati all’estero. Uno dei tanti lavori meglio pagati al parlamento europeo èquello da interprete come spiegato in questo articolo.