Dopo San Remo si comincia subito a parlare di musicisti e non di cantautori ma di veri e propri musicisti, visto che sembrano ormai delle perle rare. Questa professione nel nostro Paese sta scomparendo e non ènemmeno difficile capire il perchè.Â
Ad approfittare del clamore del festival della canzone italiana èstata Emanuela Bizi, segretario di Slc Cgil, che insieme a Labitalia ha condotto un’analisi sul settore musicale. àˆ vero che si parla tanto di talenti, di voci, di singole star  ma la situazione generale èdrammatica. Scopriamo dalle sue parole per quale motivo.
“Lavorare nella musica in Italia vuol dire lavorare senza diritti tutele, ad esclusione delle orchestre sinfoniche e delle Fondazioni sinfoniche. E adesso con l’introduzione dei voucher èa rischio proprio la possibilità di continuare a fare il lavoro di musicista. Ci sono intere attività in questo settore che stanno morendo senza fare rumore. In occasione del Festival di Sanremo, èil caso di ribadire questa situazione: il lavoro di musicista èa rischio in Italia”. E’ duro l’allarme che lancia Emanuela Bizi, segretario nazionale di Slc Cgil, che, con Labitalia, parla della condizione lavorativa dei musicisti italiani in occasione del Festival di Sanremo.
“Oggi l’allarme -spieg Bizi- èdato dall’introduzione del sistema dei voucher nel settore, che, oltre a non prevedere l’obbligo dell’agibilità , possono incrementare il lavoro nero, e mettere a rischio ammortizzatori sociali e contributi dei lavoratori free lance, che tradizionalmente sono i pi๠esposti nel settore”.
Ma anche per chi usufruisce dei fondi del Fus la situazione non èdelle migliori. “I fondi del Fus -conclude Bizi- sono troppo bassi per sostenere tutte le spese, ad esempio, delle 14 fondazioni sinfoniche”.