Quando la Legge Fornero ha bloccato l’adeguamento dell’assegno pensionistico all’inflazione, l’ha fatto per una categoria particolare di pensionati, quelli che avevano degli assegni che superavano di 3 volte il minimo pensionistico. Adesso che la Legge Fornero èstata bocciata, questi pensionati devono essere rimborsati.Â
I recuperi sugli assegni pensionistici sono abbastanza elevati perchèalto era l’assegno di coloro cui la Fornero impedଠl’adeguamento della pensione all’inflazione. I recuperi potranno quindi andare da 4700 a 10000 euro circa. Cifre esorbitanti ma bisogna pensare anche a chi ha un assegno che è10 volte quello minimo.
Adesso il Governo dovrà decidere in che tempi e in che modi rimborsare questi pensionati. Se farlo a rate, se farlo tutto in quest’anno, oppure si paventa l’ipotesi BOT ma tutto èancora da definire. Il Sole 24 Ore ha fatto dei calcoli rispetto ai rimborsi:
Se il trattamento alla fine del 2011, per effetto del blocco, era rimasto invariato anche per gli anni 2012 e 2013, l’adeguamento dell’importo pensionistico – seppur con le vecchie regole – comporterà un aumento dell’assegno per il 2012. Questo importo costituirà la base di calcolo dell’adeguamento per l’anno successivo e cosଠvia anche per gli anni a seguire. Ed ècosଠche un assegno di 4.609 euro del 2010 èaumentato a inizio anno fino a 4.692 euro ma se fosse stata applicata la regola di adeguamento vigente nel 2001 sarebbe arrivato a 4.923 euro. La perdita complessiva relativa al periodo 2012/2015 si attesta oltre 10mila euro. Questo mentre, all’estremo opposto della scala, un assegno di 1.872 euro passerebbe dagli attuali 1.897 a 2.004 con una perdita complessiva relativa al periodo 2012-2015 di quasi 4.800 euro.
Un ruolo importante nel determinare questi importi lo ha avuto l’indice definitivo dell’inflazione che nel 2012 èstato pari al 2,7% mentre nel 2013 èarrivato al tre per cento. Non si registrano, invece, variazioni per gli importi fino a tre volte il trattamento minimo in considerazione del fatto che per queste rendite l’adeguamento pre e post decreto legge 201/2011 èstato sempre pari al 100% dell’inflazione. In questi casi, quindi, l’effetto della sentenza della Corte costituzionale sarà nullo.