Dopo l’incessante conquista del mercato cinese che alla fine del 2007 diventerà la seconda potenza economica mondiale sorpassando cosଠla Germania e mettendosi a un passo della prima potenza economica mondiale capitanata dagli Stati Uniti, si ricomincia a parlare di Made in Italy.
I cinesi sono dei copioni, detengono il primato di produzione e commercializzazione di prodotti contraffatti a basso costo mettendo cosଠin ginocchio tutta l’economia mondiale basata su un sistema burocratico non indifferente.
Se per produrre una sedia (protetta dalle regole di tutela del design) un’azienda italiana deve sfruttare la tecnologia a stampaggio, in Cina la stessa sedia (copiata ovviamente) viene piegata a mano a caldo cosa che in Italia farebbe quadruplicare il costo di produzione considerato il costo della nostra manodopera.
La Cina ha finalmente annunciato di stringere le norme che tutelano la produzione di prodotti contraffatti, ma a quanto pare non serve a molto e nelle grandi città continuano a sorgere grandi magazzini eleganti con centinaia di boutique con in vendita prodotti contraffatti.
Il settore tessile italiano èin crisi nera, ma non se ne parla molto perchèil numero dei dipendenti costretti alla cassa integrazione èdistribuito tra tantissime aziende pertanto questi dati non fanno notizia anche se sommandondoli tutti si arriva a superare le dieci mila unità .
Quando la FIAT annunciava la cassa integrazione per mille operai, il governo correva a soccorrere, mentre per dieci mila licenziamenti sparsi tra le varie aziende del tessile italiano nessuno nemmeno ne parla.
La colpa èstata anche degli stessi imprenditori, che vuoi per l’eccessiva burocrazia italiana, vuoi per una eccessiva tassazione, si sono fatti ingolosire dal prezzo infinitamente basso della produzione orientale e hanno portato cosଠil nostro design in pasto ai re della copia.
Gli imprenditori cinesi (tutti con cittadinanza americana) affermano che per anni l’occidente ha venduto loro i macchinari migliori per la produzione e adesso con tali macchinari loro vogliono produrre..be’ il discorso non fa una piega se non per il fatto che spesso questi macchinari non vengono usati poichèviene preferita la manodopera a basso costo di cinesi che lavorano incessantemente 7 giorni su 7 con soli 15 giorni di ferie l’anno.
La Cina sta facendo di tutto per copiare l’occidente anche nell’aspetto visivo costruendo grattacieli, palazzi moderni, aree super tecnologiche, ma alla fine, dietro questa illusione ci sono un miliardo e trecento milioni di persone poverissime che manco si rendono conto del motivo di questo cambiamento.
Ritornando a parlare del Made in Italy, quante volte vi siete trovati davanti a un oggetto con l’etichetta Made in Italy quasi come a giustificare il prezzo eccessivo? Ma chi ci garantisce che quel prodotto èstato veramente realizzato in Italia?
La legge di certo no, poichèper avere il privilegio del marchio Made in Italy spesso servono solamente pochi passaggi e sempre pi๠spesso questi passaggi si riducono a etichettatura e imballaggio.
Una maglietta marchiata made in Italy che possiamo trovare in un comune negozio alla moda non èquasi mai prodotta in Italia, anche perchèil costo di una maglietta di produzione cinese arriva a costare meno di 38 centesimi compresa la spedizione e spesso quindi ci si riduce a mettere solo l’etichetta in Italia.
Tutto questo èpermesso dalla legge, non èillegale…ma quanto ècrretto? A questa domada nessuno vuole rispondere e a quanto pare ogni girono siamo complici di acquisti eticamente poco corretti e spesso persino nei supermercati si trovano oggetti con il marchio made in Italy che alle volte risulta contraffatto e questo oltre che essere una truffa, pu๠risultare pericolo se dovesse venire a contatto con un bambiano abituato a mettere in bocca tutto.
Il Marchio CE originale lo vedete nella foto.