L’ultima ad aver preso la parola èstata la Commissione Europea, che ha aggiornato le stime sul 2009, purtroppo ulteriormente al ribasso. La crescita del PIL a livello comunitario èstata nel 2008 di appena l’1%, mentre le previsioni per il 2009 parlano di una decrescita pari all’1,8%.
Solo alla fine dell’anno il prodotto interno lordo dovrebbe tornare a crescere e successivamente a riportare la variazione annua su valori positivi, ma comunque a livelli piuttosto ridotti.
In Italia, la decrescita del PIL nell’anno appena trascorso èstato dello 0,6%, mentre per il 2009 si prevede un dato complessivo pari al temibile -2%. L’anno prossimo ci sarà una misera ripresa, prevista intorno allo 0,3%.
Ma in altri Paesi andrà peggio: dopo anni di vacche grasse, Spagna e Irlanda segneranno risultati negativi anche nel 2010, mentre nell’anno in corso la crisi si abbatterà indistintamente anche sui giganti d’Europa, dalla Germania (-2,3%) alla Francia (-1,8%) fino al Regno Unito (-2,8%).
Nè andrà meglio nell’Europa dell’Est, dove la crisi si farà sentire un po’ pi๠tardi. La Lettonia avrà il record negativo assoluto (-6,9%), mentre il dato migliore si registrerà nell’emergente Slovacchia (+2,7%), una percentuale comunque di gran lunga inferiore ai valori-boom degli anni passati.
Uno sguardo all’inflazione: 1,2% in Italia, 1% come media UE. E, come i fondamentali dell’economia insegnano, la bassa inflazione si accompagnerà alla crescita della disoccupazione, che dal 2008 al 2010 si porterà in Italia dal 7,5% al 10,2% e in Europa dal 7% al 9,5%.
Per chiudere il cerchio, nello stesso periodo il nostro debito pubblico salirà in rapporto al PIL dal 105,7% al 110,3%.