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Gli studi di settore permettono di stimare i ricavi o i compensi che possono essere attribuiti al contribuente ma individuano anche le relazioni esistenti tra le variabili strutturali e contabili delle imprese e dei lavoratori autonomi con riferimento al settore economico di appartenenza, ai prodotti e servizi oggetto dell’attività , alla localizzazione geografica e agli altri elementi significativi.
Calcolano inoltre la congruità di quanto esposto alle autorità competenti mentre la coerenza misura il comportamento del contribuente rispetto ai valori di indicatori economici predeterminati dallo studio di settore.
L’Agenzia delle Entrate ha intanto pubblicato gli studi di settore 2013 con relative istruzioni ed ha approvato 205 modelli per la comunicazione dei dati rilevanti ai fini dell’applicazione:
I modelli sono relativi a:
- 51 studi per il settore delle manifatture
- 60 studi per il settore dei servizi
- 24 studi per i professionisti
- 70 studi per il settore del commercio
Sarà possibile applicare due tipi di correttivi: il primo riguarderà circa 193 studi di settore ed èstato introdotto a seguito della riduzione dei margini di profitto per le imprese e di quello delle tariffe per quanto riguarda i professionisti. Il secondo correttivo terrà conto del fattore congiunturale e sarà applicato a tutti i 205 studi di settore in modo tale che, a seguito della crisi, si tenga conto di :
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Una ritardata percezione dei compensi dovuta sopratutto all’avvento della crisi;
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Contrazione dei costi variabili del 2012 rispetto ai dati storici di riferimento (periodo 2010 – 2011).
Per i 68 studi di settore evoluti nel 2012 il calcolo del parametro per il correttivo tiene conto anche dei beni distrutti o sottratti. Per quanto riguarda invece gli studi di settore del settore trasporti in molti casi èstato tenuto conto del caro petrolio che ha prodotto una lievitazione dei costi e potrebbe produrre anche una significativa contrazione dei costi.