Anche e negli ultimi anni sembra che siano diminuiti, i costi delle banche italiane sono comunque elevati. L’Ufficio studi della CGIA segnala addirittura che i costi strutturali del nostro sistema bancario rimangono i pi๠elevati d’Europa.
Il punto di partenza à¨Â l’incidenza delle spese operative riferite al 2014 (pari a 49,5 miliardi di euro), sul totale delle attività  (che al 31-12-2014 ammontavano a 2.701 miliardi di euro), il cui risultato si attesta all’1,83 per cento. Dato nettamente superiore a tutte le incidenze percentuali riferite alle prime 10 economie bancarie presenti nell’Unione europea. Scrive la CGIA in un comunicato:
Si segnala, inoltre, che l’incidenza del margine di interesse sul totale dei ricavi operativi di una banca (dati dalla somma dei margini di interesse, dalle commissioni nette e da altri ricavi netti) in Italia sono pari al 50,3 per cento. Tra i paesi Ue presi in esame solo la Francia (50,2 per cento) presenta un risultato pi๠contenuto del nostro. Ciಠvuol dire che le banche italiane presentano un’incidenza dei guadagni da attività legate ai prestiti bancari sul totale ricavi (margine di intermediazione) tra i pi๠bassi in Ue.
Pertanto, se teniamo conto che con la crisi economica sono cresciute a dismisura le sofferenze in capo alla clientela e la riduzione dei tassi di interesse ha ridotto ai minimi termini i margini di redditività delle banche, queste ultime, appesantite da costi fissi ancora molto elevati, hanno ritenuto pi๠conveniente ridurre gli impieghi, e quindi i rischi, e aumentare i ricavi dalle commissioni sui conti correnti, sui servizi bancomat/carte di credito, i servizi di incasso/pagamento, etc. e dalle attività extra creditizie (vendita di titoli, valute, strumenti di capitale, etc.).