Salvo alcune eccezioni, il suo raggio di competenza ègenerale: si puಠoccupare, cioà¨, di qualsiasi lite che vede contrapposti cittadini e banche. Quali sono le eccezioni? L’Arbitro non puಠoccuparsi di questioni relative a titoli quotati, credito al consumo, leasing e factoring, nè di pratiche il cui valore monetario sia superiore a centomila euro.
Il ricorso all’Arbitro non èobbligatorio, ma certo consigliato: la legge prevede infatti che egli emetta il suo verdetto entro pochi mesi. Anche i costi sono modesti: il consumatore deve versare venti euro, che gli saranno risarciti dalla banca qualora il verdetto gli sia favorevole.
In tutti i casi, se la soluzione proposta dall’Arbitro non fosse gradita ad una o ad entrambe le parti, èsempre possibile ricorrere in seguito ai tribunali.
Per attivare l’Arbitro, ènecessario innanzitutto rivolgersi alla banca per cercare un accordo con la stessa; in mancanza di risoluzione, il consumatore puಠin seguito inviare un’istanza all’Arbitro competente per territorio, individuato sulla base del domicilio del cittadino stesso.
Esistono infatti tre sedi distinte: Milano (con competenza per l’intero Nord), Roma (con competenza nel Centro e per i residenti all’estero) e Napoli (con competenza per il Sud).
Pi๠che Arbitro, in realtà , si dovrebbe parlare di “collegio arbitraleâ€: esso infatti ècostituito da diversi esperti, rappresentativi sia dell’ABI (l’Associazione Bancaria Italiana) che delle principali associazioni di consumatori, al fine di soddisfare i rispettivi, e spesso confliggenti, interessi.