Per i beni strumentali, invece, il discorso èmolto pi๠complesso: poichè il loro utilizzo si protrae negli anni, anche il relativo costo andrà ripartito.
Il procedimento di ripartizione dei costi dei beni strumentali negli anni di utilizzo èchiamato “ammortamento†e costituisce uno delle pi๠classiche operazioni da eseguire in occasione del bilancio d’esercizio.
àˆ bene chiarire subito come l’ammortamento concerne tanto i beni strumentali materiali (veicoli, macchinari, immobili…) quanto gli immateriali (software, diritti di brevetto, costi di impianto…).
Va precisato subito, inoltre, che il discorso assume connotazioni molto diverse nel momento in cui passiamo dal bilancio alla dichiarazione dei redditi: se infatti lo scopo dell’ammortamento civilistico èquello di garantire una corretta e obiettiva ripartizione dei costi negli esercizi di competenza, lo scopo dell’ammortamento fiscale èdilazionare la deduzione dei costi d’acquisto nel tempo per evitare che abbattano eccessivamente il reddito imponibile.
Iniziamo dunque lo studio dell’ammortamento analizzando innanzitutto la questione dal punto di vista della contabilità e del bilancio, contemperando le norme del Codice Civile con quelle dettate dai principi contabili.
Il costo del bene va ripartito secondo la sua presunta “vita utileâ€, ossia il numero di anni in cui presumibilmente esso potrà essere impiegato. Poichè impossibile calcolare quanta “parte†del bene viene usurata nell’esercizio X rispetto all’esercizio X+1, occorrerà ricorrere a percentuali di ammortamento che meglio riflettano l’utilizzo del bene: ipotizzando che sia impiegato per dieci anni, si potrà usare l’aliquota annua del 10%.
Naturalmente, se le previsioni formulate dovessero essere riviste e la vita utile stimata si allunga o diminuisce, il piano di ammortamento andrà rivisto di conseguenza.