In realtà , i primi mesi dell’anno scorso sono stati ugualmente difficili, con valori negativi che hanno segnato a febbraio-marzo il punto pi๠acuto della crisi finanziaria (quella industriale si sarebbe invece manifestata in primavera), ma da allora in poi vi èstato un crescendo che ha in pratica riportato i valori assoluti della fine del 2009 ai livelli presenti nell’estate del 2008, e dunque a prima della crisi.
Anche i rischi, a novembre, di un tracollo di Dubai non hanno fermato la ripresa, seppure parecchi timori li abbiano pur destati. Piazza Affari, ad esempio, registra nell’intero 2009 un complessivo e ragguardevole +20%, ed èancora poco rispetto ai dati di Bruxelles (+31%), Lisbona (+34%) e soprattutto San Paolo, che rileva un apprezzamento addirittura dell’82%.
Il merito di questo recupero in tempi tutto sommato rapidi èda attribuirsi alle misure adottate di concerto dai governi e dalle banche di tutto il mondo, che hanno iniettato liquidità nel sistema proprio quando pi๠ve n’era il bisogno.
Ora si tratta di vedere cosa capiterà nel 2010, quando le misure di sostegno saranno progressivamente ritirate: tutto sta nell’accertarsi che il mercato finanziario sia tornato a poter camminare con le proprie gambe.
Ma la paura, comunque, non èpassata del tutto. A Wall Street, ad esempio, si continuano a vedere molti investitori che dismettono le azioni per acquistare le pi๠rassicuranti e meno rischiose obbligazioni.