Fra gli altri, questo èil caso dello stagno. La domanda di questo metallo, infatti, non accenna a diminuire, a fronte di una produzione mondiale che non solo non cresce ma anzi tende ad abbassarsi.
Approfondiamo i due fenomeni. Dal lato della domanda, lo stagno èimpiegato principalmente come componente di leghe metalliche utilizzate principalmente in tre settori ben diversi fra loro: imballaggi alimentari, elettronica di consumo e saldature. Ebbene, soprattutto nei primi due ambiti la produzione globale va sempre pi๠crescendo, tanto che si registra per il 2010 un consumo mondiale di stagno pari a 345.000 tonnellate da parte delle industrie di trasformazione, pari ad oltre il 13% in pi๠rispetto all’anno precedente.
Dal lato opposto, la produzione complessiva non dovrebbe superare le 328.000 tonnellate, portando ad un deficit fra domanda e offerta di almeno diciassette milioni di chilogrammi, che probabilmente nel 2011 sarà anche pi๠elevato.
Le cause di una produzione che stenta a crescere (nonostante vi siano ancora ampi giacimenti da sfruttare) dipendono da fattori vari e contingenti registratisi in alcuni Paesi produttori: dall’instabilità politica del Congo alle alluvioni in Indonesia.
In definitiva, la quotazione dello stagno ha raggiunto i suoi record da che esse sono determinate in dollari sui mercati internazionali, e cioèdal 1988 (prima si usava la sterlina): 25.750 dollari a tonnellata. Basti ricordare che a giugno l’importo era sceso provvisoriamente sotto quota sedicimila.
Fonte: Il Sole 24 Ore