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Quotazioni del ferro in discesa

Negli scorsi mesi le quotazioni del ferro sui mercati internazionali avevano registrato una crescita costante e significativa, arrivando alla fine di aprile a sfiorare la cifra record di duecento dollari a tonnellata.

A favorire questa corsa del valore del metallo èintervenuta l’elevata domanda proveniente dalle industrie cinesi, principalmente per le esigenze espresse dal settore immobiliare; e a rispondere a questa domanda si sono presentati soprattutto gli esportatori della vicina India, fra i primi produttori al mondo dei minerali ferrosi.


Il mercato cinese, perà², ha ceduto improvvisamente, e le quotazioni del ferro hanno subito un contraccolpo inatteso e pesantissimo, scendendo nel giro di qualche settimana al di sotto della soglia psicologica dei 150 dollari per tonnellata, dato che gli indiani non sono riusciti a trovare altrove una domanda cosଠelevata e continuativa.

Fra le cause della situazione, il logorante braccio di ferro in atto fra le imprese edili locali e alcuni giganteschi fornitori inglesi, brasiliani e australiani, che vorrebbero imporre vincoli contrattuali nelle forniture piuttosto onerosi che i cinesi non intendono accettare.


Ovviamente, gli alti e i bassi propri del mercato del ferro si sono riprodotti pari pari anche negli ambiti strettamente collegati, come quello dell’acciaio e delle altre leghe, nonchè contraccolpi pi๠o meno rilevanti si sono riprodotti anche nei settori industriali pi๠coinvolti: oltre all’edilizia, ricordiamo pressochè ogni ambito dell’industria pesante (siderurgia, metallurgia, meccanica…), per le quali la materia prima incide pesantemente sulla struttura dei costi.

Peraltro, non va scordato che in queste settimane vi sono altre materie prime le cui quotazioni subiscono continui rincari, come la cellulosa e le materie plastiche.