Nella fase successiva si era assistito ad un lento e progressivo ritorno alla normalità , ma negli ultimi mesi vi èstata una nuova e pesante infiammata, portando a superare la soglia psicologica di duecento euro a tonnellata.
Sono diverse le cause di tutto questo. Innanzitutto, i fattori climatici: le elevate temperature registrate in luglio hanno portato a perdere una parte dei raccolti preventivati in Occidente, ma il vero problema arriva dalla Russia, dove gli apocalittici incendi dell’ultimo mese hanno portato alla distruzione di campi di grano per un’area complessiva vasta, si dice, quanto il Portogallo.
Le autorità di Mosca, in verità , dichiarano che le esportazioni di frumento non dovrebbero comunque diminuire rispetto alle attese, ma sono in pochi a crederci del tutto.
àˆ forte, perà², anche l’intervento degli speculatori, che spingono al rincaro delle quotazioni. Un’azione, quest’ultima, che perಠsi prevede debba esaurirsi presto: pare, infatti, che vi siano enormi scorte di frumento in tutto il mondo (quasi duecento milioni di tonnellate), realizzate con i raccolti eccezionali del 2009-10, e, quando ve ne sarà maggiore consapevolezza presso gli operatori, la domanda dovrebbe raffreddarsi.
Intanto, perà², c’ inquietudine fra i produttori agroalimentari nostrani: l’Italia importa tonnellate di grano ogni anno dall’estero, e il rischio di pesanti riflessi sul prezzo della pastasciutta e degli altri farinacei èconcreto.
Fonte: Il Sole 24 Ore