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Direttiva Bolkestein per le liberalizzazioni

La direttiva comunitaria n. 123/2006 (cosiddetta “Bolkestein” dal nome del commissario che l’ha fortemente voluta) èstata recepita nell’ordinamento italiano con il varo di un decreto del Consiglio dei Ministri.

In realtà , prima che sia operativo occorreranno diversi provvedimenti attuativi, ma già  oggi conosciamo in termini generali il contenuto del decreto e le conseguenze che apporterà .


Lo scopo della direttiva èquella di eliminare o semplificare gli intoppi burocratici privi di reali motivazioni che ostacolano l’apertura o l’ampliamento di un’attività  economica. Per esempio, èstato ridotto il numero dei casi in cui, prima di avviare un’attività  commerciale, occorrerà  presentare con un mese di anticipo la denuncia di inizio attività  al Comune oppure occorrerà  addirittura chiedere un’autorizzazione.

Per aprire esercizi commerciali di vicinato (cioècon superficie ridotta) sarà  sufficiente la DIA, mentre scompare il contingentamento per le edicole: ognuno potrà  aprirne una senza limitazioni, salvo che il Comune non introduca limitazioni a tutela dei quartieri storici.

Sulla stessa scia, inoltre, sarà  possibile aprire spazi ristorativi all’interno di club privati e altri locali “ad accesso ridotto” con la semplice DIA, mentre per aprire bar o ristoranti rivolti al pubblico continuerà  ad occorrere la richiesta di autorizzazione, che perಠpotrà  essere negata solo per tutelare i centri storici o i luoghi culturali.


L’aspetto perಠforse pi๠significativo èl’abolizione di numerosi ruoli tenuti presso le Camere di Commercio: scompaiono i registri degli agenti di commercio, dei mediatori e degli spedizionieri. In futuro sarà  quindi possibile esercitare queste attività  senza esami preliminari o formazione specifica.

Infine, maggiore trasparenza nei rapporti con i clienti, soprattutto dal lato delle tariffe, dovrebbe riguardare gli ordini professionali, ma sulla questione si attendono chiarimenti.