Tutte le ditte, infatti, conoscono bene le due caratteristiche tipiche di questa tipologia di crediti: la P.A. paga sempre quanto deve fino all’ultimo centesimo, ma èindispensabile avere molta, molta pazienza.
Al quadro va aggiunta la norma anti-evasione introdotta dal 2006: quando un ente pubblico deve eseguire un pagamento di entità superiore a diecimila euro ètenuto a verificare presso il concessionario della riscossione Equitalia che il beneficiario non abbia debiti fiscali iscritti a ruolo; in questo caso, infatti, Equitalia ha diritto a vedersi attribuita questa somma fino a concorrenza dei debiti fiscali mai saldati dal cittadino.
Queste incertezze e la persistente e gravissima crisi di liquidità che attanaglia oggigiorno le imprese, spinge molti soggetti a cedere a terzi i propri crediti verso la Pubblica Amministrazione, in genere per l’ottanta o novanta percento del loro valore.
La Ragioneria Generale dello Stato, con la circolare 29/2009, èintervenuta sul tema delle cessioni dei crediti e sulla relativa applicazione della norma anti-evasione descritta. àˆ cosଠstabilito un doppio controllo, sia sul cedente che sul cessionario.
Perchè la cessione sia riconosciuta valida, il cedente deve notificarla all’ente interessato e deve risultare “pulito†al controllo presso Equitalia. Dopodichè, quando arriverà il momento del pagamento (anche dopo mesi o anni, come accennato), toccherà al cessionario rivelarsi privo di pendenze irrisolte con il concessionario della riscossione. E solo se anche costui uscirà indenne dalla verifica, potrà avvenire il pagamento a suo favore del sospiratissimo credito.