La procedura prosegue a rilento per la grande mole di istanze pervenute (quasi trecentomila) e per il fatto che, contemporaneamente, occorre anche valutare le ordinarie domande di soggiorno presentate dai cittadini extracomunitari nei limiti della legge Bossi-Fini.
Meno del 15% delle istanze del personale domestico, dunque, sono state finora esaminate, e difficilmente il lavoro terminerà prima dell’estate. Tuttavia, saranno assunti a tempo 325 impiegati da dislocare in tutta Italia (prevalentemente nelle sedi oberate di lavoro di Roma, Milano e Napoli), che si occuperanno esclusivamente di questa procedura e dovrebbero velocizzare l’esame delle domande.
Al momento, comunque, risulta che soltanto la questura di Trento ha concluso l’esame di tutte le domande.
Peraltro, alcuni dati statistici molto interessanti sono già disponibili: circa il 90% delle istanze di regolarizzazione presentano tutti i crismi di legge e sono state accolte. Il restante 10%, invece, èstato respinto per l’assenza di uno o pi๠requisiti (data di assunzione, pagamento dell’una tantum, certificato medico, condizioni reddituali ecc.), e in questi casi la conseguenza inevitabile èl’espulsione dal Paese.
A parte le irregolarità formali, comunque, molte domande sono state respinte per questioni di merito: moltissime prostitute o addirittura esponenti di organizzazioni malavitose straniere hanno cercato la regolarizzazione facendosi passare per domestici assunti da finti datori di lavoro compiacenti.
Ma notizie delle truffe pi๠singolari provengono da tutta Italia: a Genova ignari cittadini si sono visti derubati dei propri documenti e fatti passare per i datori di lavoro, mentre ad Este (PD) una banda estorceva agli immigrati cifre da capogiro per presentare domande di regolarizzazione presso padroni inesistenti o defunti.