àˆ scattata dal 1 giugno la tassa sugli affitti brevi, la cosiddetta tassa Airbnb: inserita nella manovra correttiva della Legge di Stabilità 2017 si tratta di una regolamentazione sugli affitti brevi da applicarsi a chi offre per un certo periodo di tempo la propria casa, un appartamento o una stanza in affitto.
La normativa, a colmare un vuoto durato molto a lungo, era necessaria, ma ha già creato qualche polemica visto che qualcuno rischia di pagare doppio e qualcuno sembra non essere ancora soggetto a ritenute. Vediamo nel dettaglio di che cosa si tratta.Â
In pratica la differenza consiste nella presenza o meno di un intermediario nell’affitto: in sostanza chi ha due intermediari rischierebbe di pagare una doppia tassa al contrario di chi effettua un pagamento diretto per cui non èprevista ritenuta.
Si attende pertanto un chiarimento da parte dell’Agenzia delle Entrate che possa regolamentare al meglio la tassa sugli affitti brevi online. In sostanza il versamento della cedolare secca con aliquota al 21% deve essere effettuato dal proprietario.
AIRBNB, ARRIVA LA CEDOLARE SECCA
Ma chi si serve di un doppio intermediario (per contratti di affitto con attività esercitata attraverso portali web o attraverso agenzie immobiliari o di intermediazione), al momento rischia di dover pagare addirittura due volte. Applicando la norma cosଠcome èal momento, il portale dovrebbe operare una prima trattenuta del 21% e l’agente immobiliare una seconda andando a operare una trattenuta del 42%. Quel che ècerto èche l’intermediario inadempiente sono previste sanzioni salate che spaziano da 250 a 2.000 euro. Tutti gli intermediari sono obbligati a tramettere i dati di contratti di locazione breve. Se inadempienti saranno sanzionati con una cifra pari al 20% dell’ammontare non trattenuto a titolo di ritenuta lavorando in qualità di sostituto d’imposta.