I poteri di controllo dell’Amministrazione Finanziaria (II)

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Un potere di fondamentale importanza riconosciuto dalla legge agli organi dell’Amministrazione Finanziaria èquello di convocare il contribuente inviandogli un avviso di comparizione e chiedergli non solo di presentarsi ma anche di fornire determinata documentazione (di solito si tratta dei libri contabili oppure dei giustificativi di spesa), nonchè di fornire chiarimenti e informazioni su specifiche situazioni che appaiono poco chiare.

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I poteri di controllo dell’Amministrazione Finanziaria (I)

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Con il passare degli anni, le tecniche di evasione fiscale sono divenute via via sempre pi๠complesse e raffinate. Cosà¬, il legislatore ha pensato di rafforzare a poco a poco i poteri riconosciuti ai funzionari dell’Amministrazione Finanziaria, per consentire loro di porre in essere verifiche sempre pi๠precise e mirate.

Questi poteri sono di tipo istruttorio (servono, cioà¨, a raccogliere elementi da impiegare per accertare il reddito o comunque l’oggetto dell’indagine) e sono oggi molto numerosi.

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Controlli sostanziali sulle dichiarazioni (II)

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Una volta selezionate le persone fisiche e giuridiche da sottoporre a controllo sostanziale, l’Agenzia delle Entrate ha un lasso di tempo relativamente elevato per far partire gli accertamenti: il termine ultimo èinfatti il 31 dicembre del quarto anno successivo a quello in cui fu inviata la dichiarazione, prorogato di un ulteriore anno se la stessa non èstata inviata affatto oppure èdichiarata nulla.

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Controlli sostanziali sulle dichiarazioni (I)

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Si parla di controllo sostanziale per indicare l’insieme di tutte le verifiche che gli organi dell’Amministrazione Finanziaria (principalmente l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza) possono attuare per assicurarsi che nel concreto la dichiarazione corrisponda alla realtà : che tutti i redditi siano correttamente classificati e denunciati, che gli oneri portati a detrazione siano effettivi, inerenti e documentati e cosଠvia.

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Controllo automatico e formale sulle dichiarazioni

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Le dichiarazioni inviate dai contribuenti (relativi all’imposta sui redditi, all’IVA, all’IRAP…) sono soggette a tre distinte tipologie di controlli: automatico, formale e sostanziale.

Il primo èil cosiddetto controllo automatico (art. 36-bis del DPR 600/1973): tramite sistemi computerizzati, l’Agenzia delle Entrate èin grado di verificare la coerenza interna di ciascuna dichiarazione e di far emergere eventuali anomalie.

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Alcune riflessioni sull’IVA per cassa

Negli ultimi mesi, gli esperti tributari hanno valutato pro e contro del nuovo sistema di esigibilità  dell’imposta, che puಠa buon diritto essere considerata una mezza rivoluzione in tema di IVA.

Un aspetto molto sottolineato èla necessità  di tenere sotto controllo l’andamento del volume d’affari, per assicurarsi non solo “se” ma anche “quando” si dovesse superare la soglia dei duecentomila euro.

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IVA per cassa al debutto

Dopo l’approvazione comunitaria e la pubblicazione del decreto attuativo in Gazzetta Ufficiale, èdivenuto definitivo il regime di esigibilità  differita dell’imposta sul valore aggiunto, la cosiddetta “IVA per cassa”.

In estrema sintesi, esso consiste nella possibilità  di rinviare l’insorgenza del debito IVA dal momento dell’emissione della fattura al momento in cui si percepirà  l’incasso, fino ad un termine massimo di un anno dalla data di emissione, e solo purchè il cessionario sia a sua volta titolare di partita IVA.

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Regime IVA semplificato per gli agriturismi

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Le norme dell’imposta sul valore aggiunto consentono ad alcune categorie di imprenditori di usufruire di notevoli semplificazioni. In realtà , queste non riguardano tanto l’entità  dell’imposta da riversare all’Erario (che talvolta, anzi, puಠrisultare pi๠onerosa) bensଠsulle modalità  di calcolo e in generale sugli adempimenti formali che circondano il tributo.

Una delle categorie interessate èquella degli esercenti attività  agrituristiche. Per essi èinfatti stabilito che l’IVA a credito del periodo di nostro interesse (mese o trimestre che sia) èpari al 50% esatto dell’IVA a debito. In altre parole, il calcolo avviene in maniera forfetizzata.

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Chiedere rimborso IVA (III)

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Si èaccennato al fatto che i crediti IVA che si formano nel corso delle liquidazioni periodiche non possono utilizzati che in compensazione nei calcoli del periodo successivo.

In realtà , questa regola generale trova un’eccezione a favore di due categorie di imprenditori. I primi sono coloro che operano in maniera elevata nell’import-export: poichè le cessioni all’esportazione sono operazioni non imponibili mentre le importazioni lo sono, l’imprenditore ècostretto a versare continuamente l’IVA ai suoi fornitori e a non riceverne dai suoi clienti, trovandosi costantemente a credito con tutti i problemi di liquidità  che ne seguirebbero.

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Chiedere rimborso IVA (II)

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Solitamente la dichiarazione IVA ècompilata verso febbraio o marzo, poichè in genere già  allora si dispone di tutti gli elementi necessari e anche perchè, in caso di saldo a debito, esso va versato entro il 16 marzo.

Tuttavia, poichè il debito puಠessere versato anche in ritardo di qualche mese aggiungendo gli interessi e la scadenza per l’invio della dichiarazione èdi molto successivo (quest’anno èil 30 settembre), puಠanche capitare che l’accertamento del saldo IVA avvenga diversi mesi dopo.

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Chiedere rimborso IVA (I)

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Il meccanismo dell’IVA, fondato – come scrivono tutti i manuali – sul principio della “detrazione di imposta da imposta”, determina che spesso e volentieri l’imprenditore o il professionista si ritrova a vantare un credito.

In generale, chi vanta un credito d’imposta puಠscegliere se chiederlo a rimborso o conservarlo per compensarlo con altri debiti. Ma proprio perchè i crediti in materia di imposta a valore aggiunto sono cosଠnumerosi e frequenti, il legislatore ha preferito adottare in questo ambito una serie di cautele per evitare che possano esserci abusi.

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Detrarre le spese di manutenzione (II)

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I costi di manutenzione ordinaria si deducono secondo il seguente metodo. Innanzitutto, vanno separate le spese in qualche modo “obbligate” perchè legate a dei contratti periodici sottoscritti con terzi e per il quale il danno da riparare èsolo eventuale: per esempio, le garanzie di assistenza acquistate a pagamento presso un rivenditore di elettronica.

Questi importi sono deducibili nell’anno di competenza senza particolari limiti.

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Deducibilità  delle spese di manutenzione (I)

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Da alcuni anni anche ai liberi professionisti si applicano le limitazioni alla deducibilità  per le spese di manutenzione che sono previste da tempo per le imprese di ogni genere. Vediamo dunque di approfondire l’argomento.

Innanzitutto èda precisare che, se le spese sostenute presso terzi sono facilmente quantificabili, ben pi๠complesso èil discorso della manutenzione realizzata internamente: in genere, possiamo determinarne l’importo considerando la somma fra i costi diretti e una quota ragionevolmente imputabile di costi indiretti.

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Domicilio fiscale

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Il domicilio fiscale èuno dei concetti di base della normativa tributaria, ma non tutti sanno esattamente cosa sia e a che cosa serva. In proposito soccorrono gli articoli 58 e 59 del DPR 600/1973.

Prima di tutto, èutile definirne la funzione: si tratta di individuare la competenza territoriale degli enti dell’Amministrazione Finanziaria. Ogni contribuente, dunque, risponde solamente di fronte all’ufficio locale competente per il suo domicilio fiscale.

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