Dichiarazione IVA per contribuenti minimi (seconda parte)

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I contribuenti minimi sono sottratti alla gran parte degli ordinari adempimenti dell’IVA.

Essi, dunque, non devono registrare nè gli acquisti nè le cessioni, limitandosi a conservare le fatture e gli altri documenti e ad esibirli a richiesta delle autorità  finanziarie (nulla vieta, ovviamente, che essi decidano spontaneamente di tenere ugualmente le scritture contabili); non devono compiere le liquidazioni periodiche (mensili o trimestrali) nè versare l’acconto di dicembre; non devono presentare la dichiarazione IVA nè la comunicazione annuale dei dati rilevanti.

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Dichiarazione IVA per contribuenti minimi (prima parte)

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Una delle caratteristiche fondamentali dell’adesione al regime dei contribuenti minimi èil particolarissimo regime IVA cui si èsottoposti. I “minimi”, infatti, sono certamente soggetti passivi dell’imposta, dotati di partita IVA e soggetti all’obbligo di fatturare le operazioni attive o comunque di certificare i corrispettivi, ma non devono e non possono calcolare e addebitare l’IVA ai propri clienti.

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I contribuenti minimi e i regimi incompatibili

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Il regime previsto per i contribuenti minimi èincompatibile con numerose altre ipotesi contabili e/o fiscali previste dalla legge per situazioni particolari. Ciಠsignifica che aderire ad uno di questi altri regimi speciali automaticamente comporta l’impossibilità  di far parte dei “minimi”.

Le circolari dell’Agenzia delle Entrate hanno elencato nel dettaglio tutte queste ipotesi d’incompatibilità .

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Contribuenti minimi: i requisiti per l’accesso (III)

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Il requisito per l’accesso al regime contabile dei contribuenti minimi che ha lasciato pi๠perplessità  e che ha richiesto le maggiori precisazioni nelle circolari dell’Agenzia delle Entrate concerne l’acquisto dei beni strumentali nel triennio precedente, che non deve superare la soglia di quindicimila euro.

Per verificare la continuità  nel tempo del rispetto del requisito, occorre che ogni anno si rifacciano i calcoli col riferimento all’ultimo triennio.

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Contribuenti minimi: i requisiti per l’accesso (II)

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Un altro elemento indispensabile per essere considerati contribuenti minimi èquello di non avere compiuto alcun tipo di cessione all’esportazione nel periodo d’imposta precedente.

Secondo la legge IVA, si considera un’operazione di questo genere quella in cui determinati beni sono ceduti ad una controparte situata in un Paese extracomunitario (laddove la semplice “esportazione” consiste nel trasferimento fisico dei beni, senza necessariamente traslazione della proprietà ).

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Contribuenti minimi: i requisiti per l’accesso (I)

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Si èdetto che chi presenta i requisiti indicati dalla legge accede naturalmente al regime contabile dei contribuenti minimi senza particolari formalità . Ma quali sono questi fantomatici requisiti?

La legge ne indica diversi, e devono essere rispettati tutti congiuntamente per entrare nel mondo dei “minimi”.

Una delle principali critiche mosse periodicamente a tale regime contabile, peraltro, riguarda proprio le eccessive barriere all’ingresso, e sono presenti diverse iniziative parlamentari tese a ridurre i requisiti.

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Contribuenti minimi: l’adesione

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Per prima cosa, èbene precisare chi e in che modo puಠaccedere al regime contabile previsto per i contribuenti minimi. La legge, infatti, pone numerosi requisiti da soddisfare.
Va subito premesso che quello che stiamo trattando èun regime naturale. In ambito tributario, si parla di “regime naturale” quando esso si applica automaticamente allorchè un determinato contribuente presenta i requisiti richiesti dalla legge.

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Guida al regime dei contribuenti minimi

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In molti articoli precedenti, abbiamo accennato al cosiddetto “forfettone”, o, pi๠correttamente, il regime contabile agevolato per i contribuenti minimi.

àˆ giunto dunque il momento di sviscerare a tutto tondo l’argomento, chiarendo quindi cosa comporta questo regime, quali sono i requisiti per accedervi o esserne esclusi, quali semplificazioni comporta, quando non appare conveniente aderirvi.

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IVA, il valore normale perde importanza (II)

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Al posto del valore normale, le nuove direttive europee recentemente recepite nel nostro Paese stabiliscono di utilizzare come base imponibile ai fini IVA delle operazioni gratuite il costo originario del bene ceduto.

La soluzione semplifica molto il discorso ed evita di ricorrere alle indimostrabili congetture tipiche del sistema del valore normale. D’altronde, èvidente che il cedente ha tutto l’interesse ad ipotizzare e fatturare per questa tipologia di operazioni un valore normale molto basso, posto che su di esso si calcola l’IVA che egli dovrà  riversare allo Stato.

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IVA, il valore normale perde importanza (I)

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Dopo un lungo iter parlamentare, l’aula di Montecitorio ha approvato in via definitiva la legge comunitaria 2008, che, come ogni anno, consente al nostro Paese di recepire nella propria legislazione gli obblighi derivanti dall’appartenenza all’Unione Europea.

Fra le novità  introdotte, alcune riguardano l’IVA, i cui fondamenti sono stabiliti a Bruxelles.

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Ridotta l’aliquota sulle rate dell’IRPEF

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Il saldo dell’IRPEF del 2008, cosଠcome il 40% dell’acconto sull’IRPEF del 2009, doveva essere versato entro il 16 giugno scorso, data prorogata al 6 luglio per i soggetti sottoposti agli studi di settore.

In alternativa al versamento di queste intere somme, èperಠconsentito rateizzare i pagamenti in tante quote di pari importo, da versare mensilmente. Il numero delle rate, fino ad un massimo di sei, èa scelta del contribuente.

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IRAP non dovuta: cosa fare

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Sentenze della magistratura, circolari dell’Agenzia delle Entrate, prassi diffuse da qualche anno: per varie strade si èormai radicata l’idea che molti contribuenti (liberi professionisti e non solo) non siano dotati di autonoma organizzazione e dunque non siano soggetti passivi dell’IRAP.

Ma manca proprio la cosa pi๠importante: una legge che stabilisca concretamente chi èscluso dall’obbligo e come egli si debba comportare.

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L’IRAP continua a perdere gettito e contribuenti

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Nata nel 1997 con la prospettiva di sottoporre al tributo tutti i contribuenti titolari di partita IVA, l’IRAP ha iniziato progressivamente a perdere i suoi contribuenti, dopo che sia il legislatore sia la Corte di Cassazione hanno escluso un numero crescente di soggetti dagli obblighi relativi.

Il discorso pi๠noto riguarda i lavoratori autonomi privi di organizzazione; posto che l’esistenza o meno del requisito va valutata caso per caso, in generale essa èsclusa quando non si dispone di collaboratori e l’insieme dei beni strumentali impiegati dal contribuente non sopravanza quel minimo necessario perchè si svolga la sua attività , di natura prettamente intellettuale.

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Niente IRAP per Fiorello e per gli agenti di commercio

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Il presupposto dell’imposta regionale sulle attività  produttive èl’esistenza di un’autonoma organizzazione: un requisito che la pratica ha dimostrato fumoso e di difficile interpretazione, man mano che sempre pi๠contribuenti si sono rivolti alla magistratura tributaria per dimostrare di non presentare tale condizione e dunque di non essere soggetti al tributo.

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Liquidazione e imposte indirette

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Al contrario di quanto avviene per le imposte sui redditi e per l’IRAP, la messa in liquidazione di un’impresa non comporta grandi sconquassi dal punto di vista dell’IVA.

Il periodo d’imposta, infatti, non èassolutamente spezzato a metà  nel periodo di avvio della liquidazione ma continuerà  a coincidere con l’anno solare, cosଠcome le annualità  successive fino all’ultima.

Restano fermi, dunque, gli obblighi annuali di dichiarazione IVA e di comunicazione dati senza alcuna particolarità .

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