Quanto guadagna un giovane inserito nel mondo della formazione-lavoro con un contratto di apprendistato professionalizzante? Ebbene per la retribuzione, innanzitutto, èper Legge vietata l’applicazione di tariffe a cottimo; inoltre, a livello retributivo il giovane deve essere inquadrato in una categoria inferiore per massimo due livelli corrispondenti alla finalità ed alla mansione definita nel contratto stesso.
Il contratto di apprendistato professionalizzante puಠessere applicato in tutti i settori dell’economia, dal commercio al tessile e passando per il settore delle telecomunicazioni, quello edile, chimico, e tra l’altro, anche bancario. La retribuzione dell’apprendista non èfissa, ma tende a crescere nel tempo in quanto calcolata, in percentuale sui minimi contrattuali previsti, sia in ragione dell’inquadramento, sia della categoria economica.
E’ in forma scritta, dura da un minimo di due anni ad un massimo di sei anni, e prevede che venga indicato non solo il tipo di prestazione, ma anche il piano formativo del lavoratore e la qualifica che al termine si ottiene dalle attività aziendali e/o extra aziendali.
Lo possiamo riassumere cosଠl’apprendistato professionalizzante, una forma di contratto introdotta in Italia per permettere ai giovani di entrare nel mondo del lavoro attraverso un percorso di formazione tecnica e di specifiche competenze da acquisire. A fronte del divieto di fissare delle tariffe a cottimo, il contratto di apprendistato professionalizzante puಠessere interrotto al suo termine dal datore di lavoro fermo restando che èvietata l’interruzione prima del termine senza che ci sia un giustificato motivo o una giusta causa.
Con la Legge 30 del 2003, in Italia èstato introdotto un importante contratto di lavoro stipulabile da parte dei giovani di età compresa tra i 18 ed i 29 anni. Trattasi, nello specifico, dell’assunzione di giovani con contratto da apprendista professionalizzante per qualsiasi settore dell’attività economica. In questo modo il giovane puಠacquisire una qualifica con la formazione-lavoro che porta alla maturazione di competenze di base, comprese quelle tecniche e professionali.
L’assunzione del giovane con contratto di apprendistato professionalizzante, grazie al Decreto Legge numero 112 del 2008, gode di tutta una serie di agevolazioni e di semplificazioni di natura burocratica. Innanzitutto, prima dell’assunzione come apprendista, èstata abrogata la visita sanitaria.
Conseguire la laurea attraverso un contratto di apprendistato di alta formazione. Questo èquanto prevede un’iniziativa fortemente voluta dalla Regione Lombardia, ed alla quale hanno aderito numerosi Atenei, tra cui l’Università degli Studi di Milano, l’Università di Bergamo, l’Università Carlo Cattaneo LIUC, il Politecnico, la Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM, l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, e l’Università di Milano Bicocca.
Saranno complessivamente circa 200 i giovani studenti universitari che, in possesso dei requisiti, potranno ottenere il contratto di apprendistato, e laurearsi, a fronte di uno stanziamento complessivo pari a tre milioni di euro. Il programma èdi natura sperimentale, a valere sul triennio 2011-2013, e punta chiaramente a rendere qualificante il rapporto tra il mondo dell’impresa e quello della formazione universitaria.
Al fine di contenere il ricorso al contratto a tempo determinato, la legge prevede la possibilità che tale tipologia di contratto di lavoro non possa eccedere una percentuale prestabilita dal contratto collettivo nazionale di riferimento.
In altre parole, dunque, spetta ai contratti collettivi nazionali stipulati dai sindacati pi๠rappresentativi a livello nazionale stabilire il numero di contratti a termine che una data azienda puಠstipulare e che nella maggior parte dei casi èrappresentato da una percentuale calcolata sul numero dei lavoratori a tempo indeterminato complessivamente occupati presso l’azienda stessa.
L’assunzione di un giovane lavoratore mediante un contratto di apprendistato comporta per il datore di lavoro dei benefici a livello previdenziale ed assistenziale.
Per quanto riguarda i benefici contributivi un’importante novità èstata introdotta dalla legge n. 296/2006, che ha eliminato il criterio della contribuzione fissa sostituendolo con quello che prevede il calcolo della contribuzione in percentuale alla retribuzione imponibile ai fini previdenziali.
La legge prevede che, salvo alcune eccezioni espressamente previste, il datore di lavoro puಠassumere un dipendente con contratto a tempo determinatosolo in caso di determinate esigenze di carattere tecnico, organizzativo o produttivo. Inoltre èsempre obbligato ad indicare nel contratto i motivi per i quali èstato apposto un termine alla durata del rapporto lavorativo.
A prescindere da questi obblighi, esistono delle specifiche ipotesi in cui la legge prevede il divieto di stipulare un contratto a termine, anche in presenza delle suddette esigenze.
La legge prevede che la possibilità di stipulare un contratto di lavoro a tempo determinato solo in presenza di determinare circostanze espressamente previste dalla legge (art. 1, co. 1, D.Lgs. 6 settembre 2001, n. 368) o dal contratto collettivo nazionale di riferimento, cosଠcome pure la legge prevede a carico del datore di lavoro l’obbligo di indicare sempre la motivazione per la quale èstato apposto un termine al contratto.
La stessa legge prevede perಠdelle eccezioni che consentono di stipulare un contratto a tempo determinato anche senza che sussistano specifiche ragioni tecniche, organizzative o sostitutive e senza la necessità che tali motivazioni vengano indicate nel contratto.
In sede di contrattazione tra impresa e lavoratori, in Italia èpossibile derogare ai contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL) attraverso apposite intese stipulate con i Sindacati. E’ questo, in estrema sintesi, quanto prevede l’articolo 8 della manovra finanziaria bis 2011, quella dello scorso ferragosto per intenderci.
Trattasi di una grossa novità ben accolta dalle Associazioni delle imprese, con la Confindustria in testa, ma che non ha entusiasmato la Cgil, che in merito già da parecchi giorni ha annunciato, oltre ad una forte opposizione, anche una mobilitazione che prosegue anche dopo il recente sciopero generale dei lavoratori.
Tra le novità introdotte dalla riforma dell’apprendistato approvata alla fine di luglio figura la possibilità per le aziende di assumere apprendisti “in affitto”, ossia tramite contratto di somministrazione.
Il nuovo Testo Unico sull’apprendistato, dunque, scioglie ogni dubbio in merito alla possibilità che l’apprendista venga assunto dalle Agenzie per il lavoro per poi essere impiegato presso una determinata azienda in regime di somministrazione.
In caso di contratto a tempo determinato di durata inferiore a tre anni la legge consente la possibilità di attuare una proroga, purchèla durata massima del rapporto di lavoro calcolata includendo la durata del contratto iniziale e la successiva proroga non superi complessivamente i tre anni.
In caso di proroga del contratto di lavoro a tempo determinato il datore di lavoro deve corrispondere al lavoratore una maggiorazione della retribuzione pari al 20% fino al decimo giorno successivo a quello della scadenza e pari al 40% per ciascun giorno ulteriore a partire dall’undicesimo.
La legge non fissa una durata massima del contratto di lavoro a tempo determinato, fatta eccezione per i dirigenti che non possono essere assunti con contratto di lavoro a tempo determinato presso la stessa azienda per un periodo superiore a cinque anni.
In caso di contratti di lavoro a tempo determinato di durata inferiore a tre anni la legge prevede la possibilità di prorogare la durata del contratto, purchè la durata del primo contratto e la successiva proroga non superino complessivamente i tre anni.
Il contratto di lavoro a tempo determinato puಠessere stipulato nell’ipotesi in cui un’azienda ha la necessità di incrementare il numero dei dipendenti per un periodo di tempo limitato, in forza di determinate ragioni di carattere tecnico, produttivo, organizzativo o sostitutivo.
I casi pi๠frequenti riguardano il lavoro stagionale, la sostituzione di una dipendente per il periodo della maternità oppure la sostituzione di un dipendente assente per ferie o malattia.
Molte persone che percepiscono l’indennità di disoccupazione dopo essere state licenziate hanno bisogno di sapere cosa fare qualora si trovino nelle condizioni di eseguire un’opera tramite prestazione occasionale.
In passato abbiamo già parlato in pi๠occasioni della collaborazione occasionale e del relativo modulo di prestazione occasionale necessario per ricevere il pagamento dall’azienda committente e versare la ritenuta di acconto del 20% allo stato entro il 15 del mese successivo all’emissione del modulo firmato il quale deve avere attaccata una marca da bollo da 1,81 euro nel caso in cui il pagamento sia superiore a 77,45 euro (150 mila delle vecchie lire).
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