Lavoro minorile e lavoratrici-madri (I)

Nel Diciannovesimo Secolo, l’età  del liberismo, si pensava che i rapporti fra datore di lavoro e dipendente dovessero essere interamente regolati dalle parti, senza alcuna ingerenza da parte dello Stato. Questo, come tutti sanno, ingenerava incredibili abusi ai danni del lavoratore, parte debole del contratto.

Le primissime leggi in materia di lavoro emanate alla fine dell’Ottocento intervenivano proprio per sanare gli eccessi pi๠intollerabili, soprattutto a favore delle categorie di lavoratori considerate in assoluto pi๠meritevoli di tutela: i minori di età  e le donne.

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Le regole per il lavoro notturno

La legge Biagi ha riformulato nel 2003 il concetto di “lavoro notturno”: ètale ogni prestazione lavorativa di durata pari almeno a sette ore consecutive delle quali almeno tre rientrino all’interno dell’intervallo compreso fra la mezzanotte e le cinque del mattino.

Poichè certo pi๠gravosa dell’attività  svolta durante le ore del giorno, da molti anni la legge e i contratti collettivi hanno stabilito che l’imposizione al lavoratore di un orario di lavoro notturno èconsentita solo qualora vi siano delle effettive esigenze da parte del datore in relazione alla natura dell’attività  svolta.

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La Borsa del Lavoro

lavoro subordinato

Dagli anni Novanta ad oggi, il sistema del collocamento si èmodificato in maniera radicale.

Se un tempo il lavoratore poteva trovare lavoro in ambito privato quasi esclusivamente attraverso il sistema pubblico mediante gli uffici di collocamento, oggi la regola èdata dal libero incontro sul mercato da parte della domanda e dell’offerta di lavoro.

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Contratto di inserimento

Introdotto nel nostro ordinamento nel 2003 con la famosa “legge Biagi”, il contratto di inserimento ha sostituto il precedente contratto di formazione e lavoro, di cui riprende buona parte della filosofia di base.

L’idea èquella secondo cui l’impresa offre al lavoratore di acquisire una base di esperienza che gli sarà  utile nella sua successiva carriera lavorativa.

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Posta Elettronica Certificata diventa un obbligo

Una recente innovazione èdestinata a mutare profondamente i rapporti fra gli operatori economici e le istituzioni pubbliche.

àˆ stabilito, infatti, che tutte le nuove società , di qualsiasi forma, che vorranno iscriversi al Registro delle Imprese dovranno indicare il proprio indirizzo di Posta Elettronica Certificata (P.E.C.) già  nel modulo di iscrizione, mentre le società  già  esistenti dovranno istituire tale casella mail e comunicarla alla Camera di Commercio entro il novembre 2011.

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Testo Unico per la Sicurezza: mancanza di certezze

Sono già  diversi mesi che la famosa legge 626 èstata eliminata dal nostro ordinamento per far posto ad una nuova legge (il Testo Unico per la Sicurezza, D.Lgs. 81/2008) che aggiorna gli obblighi del datore e dei lavoratori in tema di tutela aziendale dai rischi, ma ancora numerose sono le incertezze legate al passaggio dalla previgente normativa alla attuale.

Molti dubbi, per esempio, si addensano sull’interpretazione dell’articolo 28, che impone diverse novità  sul documento di valutazione dei rischi (DVR), che il datore deve approntare per individuare tutti i possibili rischi che incombono sulla salute dei lavoratori e le relative contromisure.

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Novità  sull’IRAP

Mentre si avvicina la data della temuta sentenza della Corte Costituzionale sulla legittimità  dell’impossibilità  di dedurre l’IRAP dall’imposta sui redditi (con la possibilità  di dare il via ad una valanga di richieste di rimborso che travolgerebbe le casse dello Stato), il Governo ha pensato di iniziare a parare il colpo e ha aperto un primo spiraglio.

àˆ stato stabilito che già  dal 2008, infatti, sarà  possibile dedurre il 10% dell’imposta regionale sulle attività  produttive dall’IRPEF o dall’IRES.

E si èaperta un’imprevista finestra anche sul passato, stabilendo un metodo di calcolo piuttosto complesso al fine di richiedere un piccolo rimborso relativo alle imposte sui redditi versate nei passati quarantotto mesi e inerenti i costi del personale e gli interessi passivi (componenti totalmente indeducibili ai fini IRAP).

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Potenziati gli incentivi sulla produttività 

Con il consenso di Confindustria e della maggiore parte delle forze sindacali, il Governo ha deciso di prorogare all’intero 2009 la misura agevolativa sulla detassazione del lavoro dipendente già  adottata negli ultimi sei mesi del 2008, ma con alcune significative novità .

Innanzitutto, si èscelto di rinunciare a favorire il ricorso al lavoro straordinario, lasciando esclusivamente il campo ai premi di produttività  previsti dai contratti di comparto, aziendali o individuali. Nel 2009, percià², lo straordinario tornerà  ad essere tassato in forma regolare.

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ISFOL: punto sull’occupazione in Italia

Sergio Trevisanato, presidente dell’ISFOL (Istituto per lo Sviluppo della Formazione Professionale dei Lavoratori), ha illustrato alla Camera dei Deputati gli sconfortanti risultati dell’analisi sull’occupazione in Italia condotta dall’ente nel 2008.

Il quadro presenta molti punti che generano sconforto. La situazione èmolto grave soprattutto per quello che riguarda le Regioni meridionali: si calcola che siano quasi un milione e mezzo i lavoratori in nero, includendo sia quelli del tutto privi del contratto di lavoro (tre su quattro) che quelli che un contratto l’hanno stipulato ma ècome se non esistesse, in quanto orari e retribuzione sono ben lontani dall’essere rispettati.

Nel Sud, il tasso di disoccupazione si aggira intorno all’11%, contro il 6% del Nord, ma le punte sono in realtà  ben pi๠elevate se consideriamo le persone senza un’elevata qualificazione professionale, e soprattutto i giovani e le donne (oltre il 50% delle donne meridionali non lavora).

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Job-sharing: il lavoro ripartito

job sharing

Fra i tanti contratti introdotti nel nostro ordinamento dalla controversa e celeberrima legge-Biagi, uno dei meno noti e pi๠anomali ècertamente il lavoro ripartito, definito pi๠comunemente job-sharing, secondo la dizione anglosassone. In effetti, èuna tipologia di contratto di lavoro subordinato che ènata anni addietro negli Stati Uniti, e solo in tempi molto recenti si ècercato di introdurla in Europa.

Per il momento, comunque, non sembra avere avuto grande diffusione, forse anche per la sua scarsa notorietà ; e tuttavia, in condizioni particolari potrebbe essere una soluzione ottima per i lavoratori, soprattutto quando hanno anche una seconda attività  (di lavoro o di studio).

In pratica, si ha a che fare con un contratto di lavoro subordinato che nelle sue caratteristiche generali (diritti e obblighi reciproci, stipulazione ed estinzione, orario, ferie ecc.) non si discosta in alcun modo dalla tipologia ordinaria. La differenza consiste nel fatto che, a fonte di un unico datore, avremo due o pi๠lavoratori.

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Claudio Burlando e la Liguria puntano sull’innovazione

Claudio Burlando

Il governatore Claudio Burlando ci crede veramente. Per il rilancio economico della sua Regione, stretta fra le Alpi e il mare, la strada maestra deve essere quella dell’innovazione in tutti i campi dell’alta tecnologia.

La Liguria sforna decine di giovani ricercatori di livello eccellente, ma la maggior parte di essi deve cercare lavoro al di fuori dei confini regionali se non addirittura all’estero, per la carenza di opportunità  offerte dalla terra d’origine.

E l’economia ligure soffre giorno dopo giorno lo smantellamento progressivo dei propri colossi industriali, a partire dall’Italsider, in crisi forse irreversibile.
Circa una cinquantina di milioni di euro sono stati recentemente stanziati da Burlando per sostenere la domanda di innovazione e le reti fra imprese ed enti di ricerca pubblici e privati. Ma la vera punta di diamante della sua amministrazione sarà  lo stanziamento di trecento milioni destinati a finanziare nuovi bandi per il sostegno alla creazione di imprese basate sull’innovazione.

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Donare un’ora di lavoro alle Onlus

L’Agenzia delle Entrate ha emanato un documento di prassi (la risoluzione n. 441/2008) in cui spiega la complessa procedura da adottare perchè una singola forma di liberalità  sia riconosciuta fiscalmente. Si tratta della pratica, ormai frequente, con cui i lavoratori di una data azienda o di un intero comparto produttivo decidono di regalare una o pi๠ore di lavoro ad una singola Onlus, solitamente in occasione di una precisa iniziativa benefica.

In sostanza, la retribuzione corrispondente èdonata alla Onlus mediante il datore di lavoro.
La liberalità  èassimilata a una normale operazione di beneficenza, e dunque consente la detrazione dall’IRPEF per il 19%, entro il limite di 2.065,83 euro. E tuttavia, per tale detrazione èrichiesta una complessa procedura delineata dalla recente risoluzione, che consente di individuare con precisione l’entità  delle somme devolute e i nominativi dei lavoratori partecipanti.

Innanzitutto, occorre che l’intera somma riferita a tutti i lavoratori aderenti sia devoluta dal datore di lavoro tramite bonifico bancario la cui causale dovrà  descrivere il tipo di donazione effettuata, il numero complessivo degli aderenti e il mese di riferimento. Il datore dovrà  poi redigere degli elenchi dettagliati di tutti i lavoratori aderenti e delle relative somme donate, distinguendo mese per mese.

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Modifica al contratto di lavoro: jus variandi

contratto di lavoro jus variandi

Nella generalità  dei contratti, le parti stabiliscono di comune accordo tutte le singole clausole, e quelle hanno valenza obbligatoria nei confronti di entrambi; qualunque variazione a quanto concordato puಠessere apportata solamente se vi èil consenso di tutte le parti in causa.

Nei contratti di lavoro, perà², il legislatore ha tenuto conto del fatto che la realtà  di ogni ambiente lavorativo èprofondamente dinamica, suscettibile di variazioni di grande impatto anche da un giorno all’altro.

Proprio per semplificare la vita degli imprenditori, la legge ha riconosciuto ai datori di lavoro un potere particolare di cui al contrario i lavoratori non dispongono: lo jus variandi, secondo l’antica dizione del diritto romano.

In sostanza, èil diritto riconosciuto al datore di lavoro di apportare unilateralmente delle modifiche al rapporto di lavoro successivamente alla stipulazione del contratto, a fronte di sopravvenute esigenze della realtà  aziendale, in merito all’oggetto delle prestazioni.

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TFR e la previdenza integrativa

plico di soldi di un pagamento

Dopo una lunga preparazione, nel 2007 èntrata in vigore la famosa e controversa riforma sul trattamento di fine rapporto. Essa, va subito precisato, non comporta modifiche alle modalità  di determinazione o di tassazione della retribuzione differita, che sono state esaminate negli articoli precedenti.

Una volta stabilito perಠa quanto ammonta il TFR e quando viene erogato al lavoratore, tuttavia, rimaneva oggetto di discussione che sorte esso dovesse avere nel periodo intermedio, fra il momento in cui matura e quello in cui èattribuito al dipendente.

Da sempre, il TFR veniva accantonato nei bilanci aziendali come un fondo a parte. Questo era visto con grande favore dagli imprenditori, in quanto finiva per costituire una riserva finanziaria non da sottovalutare, utilissima per fronteggiare i fabbisogni dell’impresa nel medio-lungo periodo.

Se un lavoratore entra in azienda a venticinque anni e ne esce a sessantacinque, èfacile comprendere che per quarant’anni l’impresa puಠimpiegare il fondo TFR via via maturato ma non ancora erogato per coprire le proprie esigenze finanziarie, salvo poi reintegrarlo al momento in cui esso va versato al lavoratore.

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