Nel caso in cui il lavoratore intenda licenziarsi deve presentare al datore di lavoro una lettera di dimissioni, in caso contrario èil lavoratore che deve far recapitare al lavoratore la lettera di licenziamento.
licenziamento e dimissioni
Criteri di scelta dei licenziamenti collettivi
I criteri di scelta da tenere in considerazione sono sostanzialmente tre: carichi di famiglia, anzianità aziendale e un parametro tecnico organizzativo.
Impugnazione licenziamento lavoratori a tempo determinato e co.co.co.
In forza di questa norma, dunque, il recesso del committente nei rapporti di collaborazione coordinata e continuativa deve essere impugnato entro 60 giorni dalla ricezione della sua comunicazione.
Tassazione indennità di licenziamento ingiustificato
La Suprema Corte, in particolare, ha richiamato gli articoli 6 e 16 del D.P.R. n. 917 del 22 dicembre 1986, in forza dei quali tutte le indennità conseguite dal lavoratore a titolo di risarcimento del danno consistenti nella perdita dei redditi costituiscono redditi da lavoro dipendente, quindi sul lavoratore grava l’onere di dimostrare che l’indennità riguarda voci di cosiddetto risarcimento puro e quindi esenti da tassazione.
Diritto alla retribuzione in caso di licenziamento orale
Licenziamento per negligenza e scarso rendimento
Licenziamento per falsa condotta violenta del datore di lavoro
Il riferimento èla sentenza n. 24138 del 29 novembre 2010, con la quale èstata giudicata la vicenda che vede come protagonista una lavoratrice che, dopo essere stata pi๠volte invitata dal suo datore di lavoro a ritornare alla sua postazione, da cui si era allontanata senza autorizzazione, èstata ulteriormente invitata a ritornare al suo posto con una presa per il braccio da parte del datore di lavoro.
Licenziamento per superamento periodo di comporto
A confermarlo èstata la sentenza della Corte di Cassazione n. 23920 del 2010, che di fatto annulla il precedente orientamento adottato dalla Corte stessa e che prevedeva per il datore di lavoro l’obbligo di indicare i giorni di assenza, in modo tale da consentire al lavoratore di poter replicare.
Licenziamento durante il periodo di prova
La fattispecie èdisciplinata dall’art. 2096 del codice civile, il quale al 3° comma stabilisce che “durante il periodo di prova ciascuna delle parti puಠrecedere dal contratto, senza l’obbligo di preavviso o d’indennità . Se perಠla prova èstabilita per un tempo minimo necessario, la facoltà di recesso non puಠesercitarsi prima della scadenza del termine“.
Dimissioni senza preavviso
In determinati casi, tuttavia, il lavoratore puಠnon dare il preavviso. Questa accade sostanzialmente in tre casi: durante il periodo di prova, quando il lavoratore e il datore di lavoro si accordano e stabiliscono che non ènecessario il periodo di preavviso e quando le dimissioni vengono presentate per giusta causa, intendendosi per tale una causa che non consenta la prosecuzione del rapporto.
Collegato Lavoro: la nuova disciplina dei licenziamenti
Il lavoratore che intende impugnare il suo licenziamento ritenendolo illegittimo ha ora solo sessanta giorni di tempo per renderlo noto con qualunque mezzo (l’ideale sarebbe una raccomandata A/R al datore di lavoro) e deve depositare il ricorso in tribunale o esperire il tentativo (oggi divenuto facoltativo) di conciliazione entro i successivi centottanta giorni; infine, se la mediazione fallisce, il successivo ricorso in tribunale deve avvenire entro sessanta giorni. Se questi termini non sono rispettati, l’azione diviene improcedibile.
Collegato Lavoro: conciliazione facoltativa
La legge èun autentico calderone ricolmo di norme molto eterogenee, che apportano una serie di microinterventi su tante questioni differenti, alcuni dei quali anche di un certo peso. Vediamo, dunque, quali sono i provvedimenti pi๠importanti.
Scontrini omessi, il dipendente rischia il licenziamento
La storia èsemplice: la donna era addetta al bar di un noto casinà², e con una certa frequenza ometteva di certificare i corrispettivi delle consumazioni (senza, peraltro, che vi fossero alla base motivazioni particolari, se non la semplice pigrizia).
Telecom: crisi, esuberi, scioperi e fusioni
In precedenza, i vertici della società e i sindacati avevano trovato un faticoso accordo, dopo lunghe trattative, che prevedeva la messa in mobilità di ben cinquemila dipendenti. Ma ora che filtrano i piani della dirigenza di Telecom e del suo amministratore delegato Franco Bernabà¨, le rappresentanze dei lavoratori ritornano precipitosamente sul sentiero di guerra.
Trattamento di fine rapporto: seconda parte
Se il TFR fosse soggetto a normale tassazione, il suo ammontare farebbe salire notevolmente i redditi del percettore, e poichè il nostro sistema tributario prevede aliquote progressive per scaglioni, questo comporterebbe come conseguenza un pesante prelievo fiscale. Per agevolare i lavoratori, la legge prevede dunque un complesso sistema di tassazione sostitutiva (che, per semplicità , in questa sede si èpreferito omettere), con lo scopo di tassare a parte il TFR con aliquote agevolate ed evitare dunque che esso si sommi agli altri redditi.
Normalmente il trattamento di fine rapporto – come d’altronde dice la parola stessa – si fruisce integralmente al momento della conclusione del rapporto di lavoro; talvolta, tuttavia, èpossibile chiedere un anticipo su tale somma.