Nella sentenza in esame, in particolare, la Suprema Corte ha giudicato il caso di un dipendente che ha agito nei confronti del suo datore di lavoro contestando il mancato riconoscimento di un’adeguata posizione lavorativa, che a suo dire non sarebbe adeguata rispetto alle qualifiche professionali da lui possedute.
sentenze
Previdenza complementare e formazione del TFR
In particolare, nell’ambito della suddetta pronuncia, la Suprema Corte ha anzitutto ricordato che il TFR èuna somma di denaro consistente nell’insieme di una serie di accantonamenti periodici, quindi proporzionale rispetto al periodo di servizio prestato, dovuta dal datore di lavoro al suo dipendente in caso di scioglimento del rappporto di lavoro.
Compensi notarili sotto i minimi non lesivi della concorrenza
La Suprema Corte, dunque, con la suddetta sentenza ha ribaltato l’orientamento fino ad oggi considerato prevalente, secondo cui la riduzione sistemica dei compensi e dei diritti notarili deve essere considerata concorrenza illecita.
Limiti del contratto a termine non si applicano alla somministrazione
Nel caso in esame, in particolare, èstata giudicata la controversia riguardante un lavoratore impiegato come portalettere presso Poste Italiane con tre successivi contratti a tempo determinato, sulla base di contratto di somministrazione di lavoro a tempo determinato concluso tra la Obiettivo Lavoro e Poste Italiane.
Licenziamento e danno non patrimoniale
Tale predeterminazione legale del risarcimento a favore del lavoratore licenziato senza valido motivo non esclude perಠla possibilità per quest’ultimo di chiedere il risarcimento del danno ulteriore derivante dal ritardo nella reintegra.
Accertamento su indagini bancarie anche per i lavoratori dipendenti
La presunzione legale di imponibilità prevista dagli articoli 32 del Dpr 600/1973 e 51 del Dpr 633/1972, posta a fondamento degli accertamenti bancari, dunque, èstata cosଠestesa dai giudici di legittimità anche a coloro che svolgono un’attività lavorativa non qualificabile come lavoro autonomo, compresi quindi i lavoratori dipendenti.
Rifiuto di un lavoro e revoca dell’assegno di mantenimento
A stabilirlo èstata la Corte di Cassazione con la sentenza n. 7970 del 2 aprile 2013, con la quale èstato giudicato il caso di una donna a cui, a seguito del divorzio dei suoi genitori, era stato riconosciuto un assegno di mantenimento a carico del padre.
Revoca delle funzioni non configura caso di mobbing
A stabilirlo èstata la Corte di Cassazione con la sentenza n. 7985 del 2 aprile 2013, con la quale èstato rigettato il ricorso presentato da un dipendente comunale e con il quale veniva chiesta la declaratoria dell’illegittimità della revoca dall’incarico di responsabile di sezione, con conseguente reintegrazione nel posto precedentemente occupato e condanna della controparte al pagamento di una somma di denaro a titolo di risarcimento danni.
Parcella avvocato proporzionale alla causa
In particolare, la Suprema corte ha giudicato il caso di una lite tra un legale e un suo cliente, nell’ambito della quale il primo chiedeva al suo assistito il pagamento di una parcella di 18.000 euro dopo averlo difeso in una lite avente ad oggetto una controversia riguardante la compravendita di un immobile del valore di 390.000 euro.
Assunzione per sostituzione lavoratore assente
L’importante èche vi sia sempre una correlazione tra assenza ed assunzione a termine, nel senso che quest’ultima deve essere stata determinata dalla necesità creatasi nell’azienda per effetto della prima.
Licenziamento legittimo in caso di assenze ripetute
In particolare, nel caso specifico la lavoratrice, addetta alle pulizie, era stata assunta per svolgere le sue mansioni presso gli uffici della Regione Veneto a Venezia, tuttavia a causa della ristrutturazione in corso presso l’edificio che ospitava tali uffici era stata chiamata a svolgere la sua prestazione lavorativa presso la nuova sede di Mestre, secondo gli stessi orari di lavoro.
Infortunio in itinere e utilizzo del mezzo privato
Al riguardo, in particolare, la Corte di Cassazione con la sentenza n. 6725 del 18 marzo 2013 ha respinto il ricorso presentato da un lavoratore che aveva chiesto una rendita da infortunio in quanto, mentre stava percorrendo il tragitto casa-lavoro a bordo del suo motoveicolo, era stato coinvolto in un incidente a causa di un autoveicolo che aveva cambiato direzione in modo brusco e senza alcuna segnalazione.
Licenziamento illegittimo per denuncia illeciti in azienda
A stabilirlo èstata la Corte di Cassazione, che ha accolto il ricorso presentato da un lavoratore dipendente, che insieme ad altri suoi cinque colleghi aveva denunciato alcuni illeciti commessi dalla società presso la quale prestava servizio in relazione ad un appalto per la manutenzione di alcuni semafori, allegando all’esposto alcuni documenti aziendali e senza prima informare la società stessa, la quale a sua volta aveva licenziato il dipendente per diffamazione.
Dichiarazione dei redditi sempre integrabile
A stabilirlo èstata la Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 6318 del 13 marzo 2013, in forza della quale la dichiarazione resa dal contribuente deve essere considerata un documento che in qualunque momento puಠessere corretto o integrato su esplicita richiesta del soggetto interessato.
Danno da concorrenza sleale
In particolare, l’articolo 2598 del codice civile fornisce un elenco, non esaustivo, dei comportamenti che possono essere considerati una forma di concorrenza sleale, ovvero: usare nomi o segni distintivi idonei a produrre confusione con i nomi o con i segni distintivi legittimamente usati da altri; imitare i prodotti di un concorrente; compiere qualsiasi atto idoneo a creare confusione con i prodotti e con l’attività di un concorrente; screditare, tramite notizie e apprezzamenti sui prodotti, l’attività di un concorrente; avvalersi di ogni altro mezzo non conforme ai principi della correttezza professionale e idoneo a danneggiare l’altrui azienda.