Si sente parlare spesso di benefit nel mondo del lavoro, ma non tutti hanno le idee chiare riguardo a cosa essi corrispondano effettivamente. Sono dei veri e propri strumenti di welfare aziendale, che vengono erogati con l’intento di premiare, da un lato, il lavoratore per il suo impegno sul luogo di lavoro, e dall’altro per migliorare il rapporto tra vita privata e lavoro.
Sono due le categorie più importanti di benefit in ambito aziendale, ovvero i fringe benefits e i flexible benefits: proviamo a capire quali sono le principali differenze fra i due e perché sono così diffusi.
I benefit a livello aziendale
Partendo dalle basi, quando si parla di benefit, si fa riferimento a quel gruppo di prodotti, servizi o agevolazioni varie, che vengono messe a disposizione dall’azienda ai lavoratori, come per esempio una retribuzione aggiuntiva rispetto a quella normale.
Il servizio di mensa aziendale, i buoni pasto per fare la spesa o i buoni per acquistare carburante, la disponibilità dell’auto aziendale, i buoni regalo, i servizi di assistenza sanitaria e assicurativi, smartphone, tablet, computer o altri beni aziendali: l’elenco dei benefit è lungo e molto variegato, ed è la natura di tali strumenti a determinare la differenza tra fringe benefits e flexible benefits.
I fringe benefits
Con il termine fringe benefits, si indicano quei benefit che sono concessi al lavoratore sotto forma di remunerazione aggiuntiva. Questa categoria di benefit può essere messa a disposizione solo di un gruppo, oppure di tutti, i lavoratori, a discrezione dei vertici aziendali. Non è necessario che siano previsti dai contratti collettivi di riferimento o in altri accordi e possono quindi essere inseriti all’interno del contratto di lavoro individuale.
I flexible benefits
Discorso invece diverso per i flexible benefits, che sono una vera e propria retribuzione complementare rispetto a quella ordinaria. Per tale ragione, non si possono offrire solo a un gruppo di lavoratori, ma la loro erogazione deve necessariamente avvenire verso tutti i dipendenti dell’azienda o ad una categoria omogenea di essi. A differenza dei fringe benefits, devono essere compresi nei CCNL di riferimento, oppure possono essere introdotti dopo adeguate contrattazioni in ambito sindacale.
Cosa cambia dal punto di vista fiscale
Come si può intuire, entrambi i tipi di benefits sono accompagnati da specifiche agevolazioni fiscali, sia per l’azienda erogatrice che per i dipendenti che li ricevono. I fringe benefits possono usufruire di agevolazioni fiscali decisamente più ristrette in confronto ai flexible benefits. Infatti, i primi contribuiscono alla formazione del reddito, mentre i secondi no, di conseguenza i flexible benefits sono totalmente esenti da tasse e contributi.