Il termine “rivoluzione†ha da sempre investito la società civile con cambiamenti radicali, tanto nelle strutture comuni quanto nella sfera politica, sociale e giuridica. Il suo punto di partenza èsempre una presa di consapevolezza da cui si mettono in moto una serie di eventi che hanno innovato la realtà del tempo. In questa accezione, dal 2001 la nostra società vive un processo di rivoluzione/innovazione che ha mosso i suoi primi passi all’interno delle istituzioni politiche europee quando con l’allora Direttiva Infosoc (2001/29/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, “sull’armonizzazione di taluni aspetti del diritto d’autore e dei diritti connessi nella società dell’informazioneâ€) ha spinto la strada alle singole legislazioni, non solo con riguardo al diritto d’autore, ma soprattutto in materia di digitalizzazione.
In questa società dell’informazione ogni settore èstato rivoluzionato, soprattutto il mondo del lavoro che ha reso le aziende sempre pi๠informatizzate e smart. Questa esigenza ha visto nascere l’industria 4.0 caratterizzata da un’automazione industriale, nuovi modelli di business, e da una trasformazione delle aziende nell’ottica del digital first. Quest’ultima innovazione ha rappresentato il motore propulsore per le numerose facoltà di giurisprudenza, le quali negli ultimi 5 anni hanno introdotto nei loro percorsi di studi esami sul diritto dell’informazione o sulla privacy. Hanno, inoltre, dato maggiore attenzione alla proprietà intellettuale, già insegnata da tempo come esame a scelta. Insomma, la materia si ècaratterizzata per dare agli studenti un background sempre pi๠attinente a quelle che sono le esigenze poste alla base di una società sempre pi๠digitalizzata.
Questo cambio di rotta ha portato ad un superamento di quelle convinzioni che associavano la laurea in giurisprudenza ai soliti sbocchi lavorativi quali avvocatura, magistratura e notariato. Col tempo questa tendenza ècambiata e i lavori possibili dopo la laurea in giurisprudenza sono diventati numerosi, tra questi il settore della Consulenza legale èdiventata molto ambita in quanto si da la possibilità ai futuri professionisti di poter entrare in un ambiente lavorativo in costante evoluzione e con possibilità di crescita professionale sia in un’ottica nazionale che transnazionale.
L’importanza del consulente legale in azienda
Si tratta di una figura professione i cui interventi hanno l’obiettivo di sviluppare modelli di business conformi alle normative di riferimento. Ma non solo, il consulente opera ad ampio spettro guidando l’impresa nella evoluzione fisiologica che parte dalla forma societaria, fino a guidarli nella tutela del marchio di cui l’azienda stessa si fa portatrice. Inoltre, èimportante che il professionista in questione abbia ottime conoscenze nella disciplina in materia di privacy al fine di prevenire eventuali contenziosi attraverso una pronta e attenta attività di negoziazione.
Acquisire il titolo di consulente legale richiede molta chiarezza circa il ruolo da ricoprire, in quanto, ognuno di essi comporta definite mansioni e specifiche responsabilità . Tra questi abbiamo il Legal specialist, il Legal counsel, (il quale richiede già una primaria esperienza nell’ambito della consulenza), il Senior legal counsel, il Legal manager, (per il quale si richiede esperienza decennale in settori specifici dell’azienda) e il General counsel, (supporto principale del direttore generale o l’amministratore delegato)
In conclusione, oggi il consulente legale èuna figura professionale particolarmente ambita verso la quale sempre pi๠neolaureati e avvocati si indirizzano, sia per la sua versatilità sia per la sua dinamicità in termini di azione e crescita professionale. Tuttavia, questa scelta richiede molta consapevolezza di sè e una concreta percezione del dato reale, diversamente si incorre di intraprendere percorsi che riguardano scelte poco attinenti al dato reale.