Il meccanismo di calcolo èmolto semplice: si prende la medesima base imponibile dell’IRPEF e si applica l’aliquota. Dopodichè l’imposta èdeterminata: tutte le detrazioni e i crediti d’imposta che si fanno valere nell’IRPEF, infatti, in questa sede non hanno rilevanza.
La legge stabilisce che l’aliquota puಠoscillare fra lo 0,9 e l’1,4%: il valore preciso viene stabilito dalla Regione stessa; e, come èfacile intuire, tale delibera spesso non dipende dagli equilibri di cassa quanto da motivazioni politiche.
Per il periodo d’imposta 2010, sei Regioni confermano l’applicazione dell’aliquota minima, già adottata negli anni passati. Si tratta di: Basilicata, Friuli – Venezia Giulia, Sardegna, Toscana, Trentino – Alto Adige e Valle d’Aosta. A queste, poi, da quest’anno va ad aggiungersi la Puglia, che l’ha tagliata recentemente, e probabilmente il Veneto, cui perಠmanca ancora l’ufficializzazione.
Altre cinque Regioni, invece, adottano percentuali variabili fra il minimo e il massimo, e l’individuazione dell’aliquota esatta dipenderà da fattori esogeni, come gli scaglioni di reddito. Parliamo di Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte e Umbria. L’Emilia-Romagna, invece, ha stabilito un arco di oscillazione leggermente pi๠oneroso, fra l’1,1 e l’1,4%.
Le restanti sei Regioni, infine (Abruzzo, Calabria, Campania, Lazio, Molise e Sicilia), applicheranno l’aliquota massima. Ed èuna scelta obbligata, considerando che tutte queste amministrazioni si trovano ad affrontare un grave deficit nella spesa sanitaria.
Va segnalato come l’ultima Finanziaria ha stabilito che le Regioni deficitarie, obbligatoriamente, dovranno incrementare l’aliquota deliberata di un ulteriore 0,3%. Salvo sorprese, dunque, gli abitanti delle sei Regioni con la maglia nera dovranno rassegnarsi a pagare un’addizionale complessiva pari all’1,7%.